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Lollobrigida, Delmastro, Sgarbi, Santanchè, Gasparri, Durigon: Conte contro tutti nella lettera a Meloni

Il leader del Movimento 5 Stelle scrive una lunga lettera diretta alla presidente del Consiglio, in cui chiede che Palazzo Chigi prenda provvedimenti su una serie di esponenti del governo: dal sottosegretario Delmastro, appena rinviato a giudizio, ai ministri Santanchè e Lollobrigida.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Sono una sorta di dimissioni di massa, quelle che Giuseppe Conte chiede alla presidente Meloni. Anche perché gli esponenti del governo coinvolti in vicende più o meno discutibili negli ultimi mesi non sono pochi: si va dai sottosegretari ai ministri e si passa da chi è stato rinviato a giudizio a chi ha semplicemente fermato un treno. In una lunga lettera pubblicata da Repubblica, il leader del Movimento 5 Stelle chiede coerenza all'attuale presidente del Consiglio: "La politica ha come priorità i bisogni dei cittadini e non la tutela degli interessi di potenti, di colleghi di partito, di amici o parenti appartenenti a un cerchio magico", scrive Conte.

Poi comincia ad affrontarli tutti, caso per caso, a partire dal sottosegretario alla Giustizia appena rinviato a giudizio: "È grave che Delmastro resti al governo. Ha utilizzato il suo ruolo per acquisire informazioni riservate, particolarmente sensibili per l’azione dello Stato contro mafia e terrorismo, per poi trasmetterle al suo coinquilino e compagno di partito, Giovanni Donzelli, il quale, a sua volta, le ha utilizzate per attaccare un partito di opposizione – continua Conte – Possono sentirsi tranquilli gli italiani se due esponenti del suo partito che ricoprono ruoli così delicati, rispettivamente, al ministero della Giustizia e al Copasir, antepongono gli interessi di FdI alla sicurezza del Paese?".

Daniela Santanchè, la ministra del Turismo, ha "preso in giro il Parlamento e i cittadini su molte circostanze che le sono state contestate e che riguardano anche questioni fondamentali come il trattamento dei lavoratori, che si incrocia in questo caso anche con l’uso di fondi statali per l’emergenza Covid". Conte critica duramente anche le consulenze del sottosegretario Sgarbi e le inchieste giornalistiche – non le prime, a dire il vero – su Claudio Durigon.

Conte cita anche il treno fermato dal ministro Lollobrigida, attaccando sull'impatto che la vicenda ha avuto sull'immagine dell'istituzione di governo: "Chiedere e ottenere di poter scendere da un treno Frecciarossa a una fermata non prevista è un privilegio che rimanda a una classe politica arroccata arrogantemente nei propri privilegi". Per il leader grillino, Lollobrigida ha perso "il contatto con la realtà".

Prima di chiudere con la "sconcertante vicenda Gasparri", la cui "oscura attività di lobbismo fa sorgere un dubbio inquietante", Conte fa una richiesta diretta alla presidente Meloni: "Prenda finalmente decisioni chiare su queste condotte. Spetta a lei il compito di salvaguardare l’onore e il prestigio delle istituzioni".

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