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Covid 19

Lockdown solo per anziani, Sileri: “Sequestrarli in casa è sbagliato, ma li dobbiamo proteggere”

Tra le nuove misure anti Covid anticipate dal premier Conte non c’è l’isolamento obbligatorio degli anziani. Ma il viceministro Sileri è tornato sulla questione: “Io penso che gli anziani debbano esseri protetti ma la loro protezione non è sequestrarli a casa e non farli uscire. Serve una mappa delle fragilità”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Ha fatto discutere nei giorni scorsi uno studio dell'Ispi, l'Istituto per gli studi di politica internazionale, che ha suggerito di isolare la popolazione più anziana, per proteggerla dai contagi, e diminuire così la pressione sul Servizio sanitario nazionale. Secondo l'Ispi, mettere in isolamento gli ultra-ottantenni permetterebbe di dimezzare o quasi la mortalità diretta del virus.

Se gli ultra-sessantenni potessero rimanere in casa, la mortalità scenderebbe allo 0,07%, cioè si abbasserebbe di circa dieci volte. Secondo l'analisi dell'Ispi "la mortalità totale nel corso di un anno solare in Italia aumenterebbe del 71% senza isolamento, ma solo del 18% con isolamento degli over70, e appena del 7% con isolamento degli over-60". La questione non è stata però affrontata direttamente dal presidente del Consiglio Conte nelle sue Comunicazioni in Parlamento, in cui ha anticipato le nuove misure anti Covid che verranno prese a livello nazionale. 

Cosa ha detto il viceministro Sileri sugli anziani

Solo il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri, è tornato sulla proposta: "Io penso che gli anziani debbano esseri protetti ma la loro protezione non è sequestrarli a casa e non farli uscire", ha detto a Timeline su Sky TG24.

"Abbiamo 14 milioni di persone sopra i 65 anni e 3 milioni sopra gli 80, queste persone fanno il baby-sitting nelle nostre famiglie e vale 24 miliardi di euro l’anno, le nostre famiglie risparmiano 2mila euro al mese. È necessario fare una mappa delle fragilità, che molti amministratori locali hanno già fatto. Non è difficilissimo, basta impegnarsi di più".

"Ogni Comune – ha aggiunto Sileri – ha quattro figure essenziali che controllano gli anziani: il farmacista, il medico di medicina generale, sacerdote per gli anziani che vanno in Chiesa e circoli e associazioni per gli anziani. Basterebbe mettere in rete queste persone, compresa la Asl territoriale che conosce chi è anziano e chi ha le co-morbilità ed ecco che si ha la mappa delle fragilità. Individuate queste persone basterà aiutarle a fare la spesa, portare loro i farmaci a casa, regalare loro mascherine, chirurgiche ma anche più protettive, educandoli all’uso delle mascherine". Non è chiaro però se ci saranno nuove misure ad hoc pensate per la fetta di popolazione più vulnerabile.

Sileri insomma ha criticato le dichiarazioni di ieri del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, il quale, parlando proprio degli anziani, ha detto: "Si tratta di persone che sono per fortuna per lo più in pensione, non sono indispensabili allo sforzo produttivo del Paese ma essendo più fragili vanno tutelate in ogni modo". Il tweet ha sollevato molte polemiche, sebbene lo stesso governatore si sia affrettato a dire di essere stato frainteso.

Il ragionamento di Toti muove da questo principio: "Gli ultra 75enni sono il 7% dei nostri concittadini, ma sono loro a morire a causa del covid: il 90% dei decessi purtroppo riguarda quelle persone, così come il 40% dei ricoveri ospedalieri gravi. Allora, chiedo: ha senso non mandare a scuola i ragazzi a cui il covid non fa nulla o quasi? Ha senso chiudere mezzo Paese?". Sarebbe meglio, secondo il governatore non penalizzare la scuola per esempio: con il nuovo dpcm sarà estesa infatti al 100% la didattica a distanza per la scuola secondaria di secondo grado.

Esperti contrari al lockdown generazionale

L'idea di un "lockdown generazionale" è stata criticata anche da molti esperti, anche per le difficoltà pratiche a cui si andrebbe incontro. Ci sarebbero problemi per trovare uno spazio in cui isolare gli anziani, e servirebbe personale per l'assistenza. I tempi poi non sarebbero certo brevi, visto che un eventuale isolamento, per poter funzionare, non dovrebbe essere sospeso prima della distribuzione e somministrazione del vaccino anti Covid a tutti i cittadini.

Intervistato da Fanpage.it l'epidemiologo e assessore alla Sanità in Puglia Pier Luigi Lopalco ha fatto notare che l'isolamento degli anziani non è attuabile nella pratica: "Non c’è bisogno di uno scienziato per capire che se io chiudo in un castello tutti gli over 75 abbatto enormemente la mortalità. E queste persone poi che cosa fanno? Rimarranno chiusi là dentro? Non avranno alcun contatto con l’esterno? Chi darà loro da mangiare? Per implementare una misura di sanità pubblica bisogna pensare anche a come realizzarla. Non si possono prendere tutti i nonni, toglierli alle famiglie e metterli nelle case di riposo. Abbiamo visto quello che succede nelle Rsa. Isolare queste strutture è complicatissimo, il personale dovrebbe dormire all’interno delle Rsa e non uscire nemmeno per fare la spesa, per poter salvaguardare la salute degli anziani. In Italia ci sono anche tre o quattro generazioni che convivono all’interno dello stesso appartamento".

Scettico anche lo scienziato Enrico Bucci, Adjunct Professor presso la Temple University di Philadelphia e consigliere dell’Associazione Luca Coscioni: "La fascia over 65 rappresenta il 30% della popolazione, che non ha alcun senso isolare, è un'idea improponibile. Anche perché il virus non scomparirà a breve e dunque sarebbero esposti allo stesso rischio dal momento in cui cadrebbero su di loro le limitazioni. Non possiamo segregarli per un periodo illimitato in attesa del vaccino, andrebbe contro etica e diritto umano. O applichiamo misure che hanno effetto sul numero di contatti efficaci nel propagare il virus di tutti i cittadini (cioè diminuiamo la probabilità media di trasmissione del virus in modo uniforme), oppure non c'è verso di ottenere effetti utili".

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