Lo stato di emergenza per la Covid 19 finirà il 31 marzo: ecco cosa significa
Lo stato di emergenza, dopo due anni in vigore, scadrà il prossimo 31 marzo e non sarà più rinnovato. Lo hanno confermato anche ieri in conferenza stampa Mario Draghi e Roberto Speranza, annunciando la fine di tutte le restrizioni anti Covid e spiegando cosa significhi questo soprattutto per quanto riguarda la campagna vaccinale. Con lo stato di emergenza, infatti, verranno meno le strutture ad hoc create dal governo per contrastare la pandemia di coronavirus: non ci saranno più, quindi, il Comitato tecnico scientifico e la struttura commissariale per l'emergenza, che aveva coordinato la campagna vaccinale. Il primo, però, continuerà il suo lavoro attraverso l'Istituto superiore di sanità, mentre per il secondo verrà istituita una unità per il completamento della campagna di vaccinazione che si coordinerà con il ministero della Salute.
Per quanto riguarda invece lo smart working, lo stato di emergenza prevedeva la possibilità di ricorrere a questa modalità di lavoro senza accordi individuali tra datore di lavoro e dipendente nel settore privato (con regime semplificato, in altre parole): questa misura in realtà, nonostante la scadenza dello stato di emergenza, è prorogata sino al 30 giugno.
In generale possiamo dire che a partire dal prossimo 31 marzo con la fine dello stato di emergenza si aprirà un graduale allentamento di tutte le misure di contenimento dell'epidemia che hanno caratterizzato la vita nel Paese negli ultimi due anni. Dalle mascherine al Green Pass, dall'obbligo vaccinale alle quarantene, nei prossimi due mesi diremo addio all'impianto normativo di arginamento dei contagi. Lo stato di emergenza, negli ultimi due anni era stato spesso motivo di terremoti politici. Partiti come la Lega e Fratelli d'Italia si erano infatti spesso opposti al rinnovo: "È una buona notizia per l'Italia, siamo al governo anche per suggerire decisioni di buonsenso come questa", aveva commentato qualche settimana fa il leader del Carroccio, Matteo Salvini, quando il governo aveva fatto sapere di non essere più intenzionato a prorogare lo stato di emergenza. Ad ogni modo, in conferenza stampa alla conclusione del Cdm, Mario Draghi ha messo in chiaro che la fine dello stato di emergenza non significhi che non ci sarà più alcun monitoraggio della curva epidemiologica: tutt'altro, ha detto il presidente del Consiglio, e l'esecutivo sarà pronto a intervenire nuovamente se questo dovesse essere necessario.