Lo spot elettorale di Forza Italia che promette un reddito per casalinghe è sessista e pieno di cliché
La proposta dell'esponente toscano di Forza Italia Massimo Mallegni, che ha promesso un reddito e una pensione per le casalinghe, sta suscitando polemiche nel Pd e non solo. Mallegni, che corre per il senato, ha girato un video, che più che a uno spot elettorale assomiglia piuttosto a una televendita di elettrodomestici, un po' démodé. "Occuparsi della famiglia 7 giorni su 7 non è un lavoro?". Accanto a lui due donne sono impegnate in lavori domestici, una finge di passare l'aspirapolvere, l'altra, che recita la parte di una donna incinta, stira. Le due attrici, sentendo la domanda di Mallegni, annuiscono vistostamente.
"Dal 26 di settembre se saremo al governo approveremo una legge per dare uno stipendio e una pensione alle nostre mogli e alle nostre mamme", promette il senatore azzurro uscente. E finalmente le due donne possono tirare un sospiro di sollievo e riprendere i lavori domestici con il sorriso. Il video, che è stato pubblicato sui social e poi rimosso, è stato subito considerato sessista. Molti utenti hanno trovato inaccettabile il binomio mamma/madre casalinga.
Sono soprattutto le esponenti del Pd a criticare il video: "Nonostante Meloni faccia di tutto per mostrarsi a capo di una coalizione moderna, per la destra il modello della donna è l'angelo del focolare. Questa si chiama fuffa reazionaria. Ridicoli", scrive su Twitter Chiara Gribaudo, deputata dem.
"Le donne italiane devono essere pagate per restare chiuse in casa a fare le pulizie, quelle rom vanno cacciate dalle città. In due video un esponente di Fi e uno della Lega dimostrano chi sono i talebani d'Italia. Misoginia e pulizia etnica, è la destra peggiore di sempre", sottolinea Laura Boldrini, citando oltre allo spot di Mallegni anche il video appello elettorale in cui l'esponente leghista Alessio Di Giulio, riprendendo una donna rom in strada a Firenze, chiede il voto per la Lega "per non vederla mai più".
Il senatore Mallegni si difende
"In queste ore il mio spot elettorale in cui parlo della proposta di un reddito per le casalinghe è sotto un violento attacco sui social networks. Nel video ho mostrato una scena di vita quotidiana di milioni di casalinghe italiane che si fanno in quattro, sette giorni su sette, per occuparsi delle loro famiglie e chiedo: questo non lo considerate un lavoro? Apriti cielo! Si sono aperte le gabbie dei leoni da tastiera del politically correct: mi hanno accusato di maschilismo, di ritorno agli anni 50, di misoginia. La verità è che ho evidenziato il ruolo fondamentale che svolgono oltre 7 milioni di persone in Italia, donne e uomini che hanno deciso di dedicare la loro vita al sostegno della propria famiglia, dei bambini, degli anziani". Commenta così gli attacchi ricevuti il senatore uscente, e coordinatore toscano del partito, Massimo Mallegni.
"Queste persone, tuttavia, – aggiunge in una nota – non sembrano avere una dignità per tutta una serie di personaggi dell'area snob di sinistra che le vede come un residuato degli anni '50, che non merita nessun diritto e nessuna tutela, colpevoli, a loro modo di vedere, di andare contro alla loro visione uniforme della società. E, come abbiamo potuto constatare per l'ennesima volta in questa campagna elettorale, se non ti uniformi alla loro visione univoca sei un nemico da insultare ed abbattere". "Credo che le donne non siano libere quanto dovrebbero – aggiunge -, non siano valutate quanto meritano e nel mondo cosiddetto maschile devono combattere come leonesse per ottenere ciò che spetta loro".
Per Mallegni "questo concetto di dare dignità a coloro che restano a casa, per scelta o per necessità, dev'essere una cosa da fare subito. Allo stesso tempo, abbiamo il dovere di offrire a coloro che oltre alla propria casa e famiglia hanno anche un lavoro esterno, tutte le agevolazioni possibili per poterlo fare, a cominciare dagli asili nido gratuiti e diffusi capillarmente per tutto il territorio. Il concetto di libertà per me è fondamentale e non posso pensare che ancora oggi si ragioni in modo arcaico e maschilista".