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Lo sport fa bene alla salute, va messo nelle ricette mediche e detratto dal 730: la proposta di legge

Una proposta di legge bipartisan che ha iniziato il suo percorso al Senato permetterebbe a medici e pediatri di prescrivere l’attività sportiva per prevenire o contrastare alcune malattie. Questo significa che i soldi spesi potrebbero essere in parte detratti dalla dichiarazione dei redditi.
A cura di Luca Pons
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Dato che l'attività sportiva fa bene alla salute, dovrebbe essere possibile prescriverla con una ricetta medica. E, di conseguenza, detrarre parte delle spese dalla dichiarazione dei redditi come avviene per le altre spese sanitarie. Questa è l'idea alla base del disegno di legge presentato al Senato dalla senatrice di Italia viva Daniela Sbrollini. Il testo, depositato a inizio legislatura, negli ultimi giorni ha iniziato il suo iter nella commissione Sanità a Palazzo Madama, ed è subito arrivata una buona notizia per la sua possibile approvazione: a sostenerla non c'è solo Iv, ma anche il Movimento 5 stelle, il Pd, Forza Italia e Lega. Una proposta bipartisan, insomma.

Qual è l'obiettivo del ddl

In sostanza, si tratterebbe di equiparare l'esercizio fisico a un farmaco. Concretamente quindi potrebbe esserci la "prescrizione dell’attività motoria e sportiva", come si legge nel testo della norma, da parte del medico di medicina generale o del pediatra di libera scelta. Dovrebbe essere una "prescrizione personalizzata dell’e­sercizio fisico", a cui far seguire "lo svolgimento controllato e monitorato dello stesso".

"È importante portare avanti un lavoro comune che consenta il riconoscimento del valore formativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva", ha dichiarato Sbrollini, che è anche presidente dell’intergruppo parlamentare su obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili, "ponendo la cura e la prevenzione delle malattie croniche al centro dell’agenda politica e dell’azione legislativa".

Cosa cambierebbe con la legge sullo sport in ricetta medica

La valutazione spetta ovviamente ai medici. Per quanto riguarda la prevenzione di certe malattie, per le quali l'attività fisica può aiutare, se il rischio è basso o molto basso il medico di famiglia o il pediatra potranno procedere in autonomia. Se il rischio è più alto invece il paziente dovrà essere indirizzato a centri specializzati, da organizzare sul territorio. In questi centri, detti "di primo" o "di secondo livello" a seconda del grado di specializzazione, ci saranno valutazioni tecniche più accurate e un monitoraggio più dettagliato dei risultati dell'attività fisica sulla salute.

Si prevedono, infine, anche dei centri "specialistici di terzo livello". Questi saranno destinati a pazienti ad alto rischio, quelli per cui l'attività sportiva è "un elemento terapeutico fondamentale per il re­cupero fisico a seguito di eventi patologici maggiori o per prevenire nuovi eventi pato­logici", e che hanno anche bisogno di ospedalizzazione.

Anche se il testo di legge non lo specifica, va da sé che tutte le spese che vengono prescritte con una ricetta medica possono essere detratte in parte dalla dichiarazione dei redditi. Questo sarebbe anche un incentivo per quei pazienti a cui viene raccomandata l'attività fisica, ma che potrebbero essere scoraggiati dal costo necessario per frequentare strutture specializzate.

Quali agevolazioni esistono oggi per lo sport

Già oggi, la possibilità di detrazioni delle spese sportive esiste, ma solo per le famiglie. Infatti, chi ha un reddito fino a 120mila euro all'anno può detrarre dalla dichiarazione Irpef il 19% di quanto speso per l'attività sportiva dei figli tra 5 e 18 anni (presso associazioni dilettantistiche riconosciute e dove non si pratica sport professionistico). C'è però un tetto di 210 euro detraibili per ogni figlio – somma che va divisa tra entrambi i genitori. Sopra i 120mila euro di reddito questo limite si abbassa, fino ad azzerarsi sopra i 240mila euro all'anno.

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