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Lo scontro finale del Cavaliere. E il peggio deve ancora venire

Berlusconi pronto a lanciarsi nella campagna elettorale più tesa degli ultimi venti anni. Come? Sparando nel mucchio e alzando ancora il livello dello scontro. E senza lesinare promesse e veleni: come al solito, insomma.
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Monti-SilvioBerlusconi

Lo spread è un imbroglio. Usato per abbattere un Governo voluto dagli italiani. Monti è l'uomo delle banche. Io ero fra i due, tre leader più autorevoli in campo internazionale ed ho pagato caro la mia opposizione alle politiche della Germania. La magistratura fa paura, è di sinistra ed irresponsabile. La politica di austerity fa danni. Noi abbiamo sempre dato prova di grande responsabilità. Non abbiamo nessuna colpa di quanto è successo.

Che Silvio Berlusconi avesse in mente questo tipo di campagna elettorale era abbastanza prevedibile, tutto considerato. Quello che stupisce, al di là del merito delle considerazioni, è l'insistere su una linea, non solo mortificante (per la politica, nel suo complesso), ma anche sterile ed improduttiva. Non c'è il minimo accenno di autocritica, non c'è nient'altro che il Cavaliere non abbia già ripetuto (senza alcun successo, nemmeno fra i suoi), non c'è il minimo rispetto per l'intelligenza degli italiani e soprattutto non c'è praticamente nulla che faccia pensare ad un cambio di rotta per le prossime settimane. Insomma, ci aspetta l'ennesima campagna elettorale priva di contenuti, con la propaganda a cancellare fatti e "conseguenze" e a delimitare sempre il terreno dello scontro sui campi classici della politica italiana dell'ultimo ventennio: le promesse, le accuse, le bugie.

Un terreno congeniale non solo al grande comunicatore, ma alla gran parte dei politici dell'ultimo ventennio (e lo diciamo senza alcun rimpianto nostalgico, ci mancherebbe), sul quale si giocherà la partita decisiva per il futuro a breve termine del nostro Paese. Ma questa volta con condizioni atmosferiche drammatiche: tra lo spettro mai così concreto di una crisi economica senza precedenti e la rabbia crescente di cittadini delusi e sfruttati, sempre più legittimamente attratti da soluzioni "tanto radicali quanto inutili" allo sfascio del "sistema Italia" nel suo complesso. Sembra di essere tornati al clima del '92 dicono in molti. E siamo d'accordo, a partire da una considerazione di fondo su quegli anni: "Quell'insieme di circostanze, lungi dal riformare politica ed istituzioni nel segno della legalità e della trasparenza, ha spianato la strada ad uno dei ventenni più bui della nostra storia,  e la rabbia generica e qualunquista ha nei fatti puntellato il fortino della reazione e consolidato lo stesso sistema che si illudeva di combattere".

Ed è per questo che siamo convinti che il peggio debba ancora venire. Perché in queste settimane difficilmente ci sarà spazio per parlare di programmi, idee e visioni del mondo. Perché in queste settimane saremmo costretti a rincorrere i colpi di coda di Berlusconi, le solite stanche accuse di Bersani al "nemico giurato", i proclami del nuovo profeta del "web senza partecipazione" e delle idee senza discussione, i soliti presagi di sciagura di chi si è scoperto "responsabile" dopo 40 anni di carriera politica. E senza nemmeno parlare delle accuse, degli insulti, dei rimpalli di responsabilità e dei teatrini delle tante comparse che affolleranno talk show e pagine di giornali alla ricerca di visibilità. E senza avere uno straccio di idea per giunta. Un gioco al massacro, al quale difficilmente qualche forza politica riuscirà a sottrarsi. Anche se noi tutti ne avremmo un disperato bisogno.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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