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L’Italia ha raggiunto un numero record di occupati

Ci sono 24 milioni e 80mila persone con un lavoro in Italia. È un numero record, dovuto alla crescita dell’occupazione iniziata nel 2021 e che non si è più fermata. Restano, però, dei problemi: l’occupazione femminile è ancora molto bassa, e tra i giovani è aumentato il numero di inattivi che non cercano nemmeno lavoro.
A cura di Luca Pons
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Immagine di repertorio
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Non ci sono mai stati così tanti occupati in Italia: 24 milioni e 80mila persone risultavano avere un lavoro ad agosto 2024, stando all'ultimo aggiornamento dell'Istat. Il boom dell'occupazione è iniziato nel 2021, con la ripresa dalla pandemia: da allora, durante i governi Conte bis, Draghi e Meloni non si è mai fermato, restando pressoché costante nei mesi.

Ma ci sono anche dei dati che continuano a far preoccupare. Ad esempio, l'occupazione femminile anche se è in miglioramento resta molto bassa rispetto alla media europea. E il tasso di inattività, cioè quello che considera quante persone non lavorano né cercano lavoro, è aumentato peri giovani under 35.

Innanzitutto, i numeri dell'occupazione. Ad agosto gli occupati erano 45mila in più di luglio. Rispetto a un anno prima, erano 494mila in più. Il tasso di occupazione è salito al 62,3%, lo 0,8% in più rispetto a un anno fa, ma ancora tra i più bassi in Europa.

Da agosto 2023 a agosto 2024 sono aumentati sia i contratti a tempo indeterminato (16,1 milioni in tutto) che gli autonomi (5,1 milioni), mentre sono calati i contratti a termine (2,8 milioni). Il numero assoluto di occupati è cresciuto in modo quasi ininterrotto negli ultimi tre anni e mezzo, come testimonia un grafico dell'Istat. Prima della pandemia, a dicembre 2019, si parlava di circa 23,1 milioni di occupati.

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Il drastico calo legato alla crisi del Covid-19 aveva portato il numero di lavoratori a 22 milioni di persone, circa un milione in meno nel giro di poche settimane. Con l'inizio della ripresa nel 2021, si era tornati a superare quota 23 milioni a inizio 2022. Dopo una lieve flessione nel periodo di agosto-settembre di quell'anno, i numeri erano tornati a crescere come prima. Così, quest'estate si è passata la soglia dei 24 milioni.

Un primo problema, però, riguarda i giovani. Nell'anno passato è aumentata molto la quantità di lavoratori di 50-64 anni, e non solo perché è la fascia di popolazione più numerosa. Oggi, gli occupati con più di cinquant'anni rappresentano il 40% circa del totale della forza lavoro italiana.

Oggi il tasso di disoccupazione per i giovani di 15-34 anni è all'11,8%; un dato in calo ma comunque ben più alto della media nazionale (6,6%) e anche rispetto agli altri Stati europei. Peraltro, per i giovani si è registrato sì un aumento degli occupati, da agosto 2023 in poi, ma anche (e soprattutto) degli inattivi, cioè quelli che non hanno un'occupazione e non cercano nemmeno lavoro.

Nei dodici mesi presi in considerazione, il numero di 15-34enni che lavora è aumentato di 96mila unità, mentre quello degli inoccupati di ben 166mila unità. Perciò, l'abbassamento del tasso di disoccupazione non è del tutto una buona notizia.

Guardando alle donne, invece, il tasso di occupazione è cresciuto (53,5%, lo 0,9% in più rispetto ad agosto 2023) ma resta ampiamente sotto la media europea. Il tasso di disoccupazione è sceso, mentre è aumentato – in modo meno drastico rispetto ai giovani – quello di inattività. Insomma, mentre tra gli uomini il calo della disoccupazione si può spiegare quasi interamente con persone che hanno trovato un nuovo lavoro, per le donne una buona parte riguarda chi ha smesso di cercarlo.

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