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L’Italia è il Paese dove i salari reali sono diminuiti di più tra le grandi economie: i dati dell’Ocse

Nonostante i miglioramenti, l’Italia rimane il Paese tra le grandi economie dell’Ocse dove i salari reali hanno subito il maggiore calo. Stesso discorso per l’occupazione: le percentuali aumentano, ma rimaniamo indietro rispetto alla media dei Paesi industrializzati.
A cura di Annalisa Girardi
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Tra le principali economie dell'Ocse, l'Italia è quella dove i salari reali sono scesi di più. E anche se nei prossimi anni è previsto un parziale miglioramento, il nostro Paese resta sotto la media dei big industrializzati. L'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, nel suo Employment Outlook annuale, ha fotografato una serie di numeri e dati che evidenziano come in Italia gli stipendi non siano cresciuti come nelle altre principali economie mondiali, allo stesso ritmo del costo della vita: nei primi tre mesi del 2024, i salari reali nel nostro Paese erano ancora inferiori del 6,9% rispetto al periodo pre-pandemia e anche se la situazione sta migliorando – soprattutto grazie al rinnovo di alcuni importanti contratti collettivi – siamo lontani dalle altre principali economie monidali.

Nei prossimi anni si stima che i salari nominali, cioè la retribuzione per dipendente, aumenterà: precisamente del 2,7% nel 2024 e del 2,5% nel 2025. Sono aumenti che, anche se permetteranno di recuperare in parte il potere di acquisto perduto, rimangono "significativamente inferiori" a quelli registrati negli altri Paesi dell'Ocse. In generale, comunque, sono diversi gli Stati in cui i salari reali sono ancora al di sotto dei livelli pre-pandemia, nonostante registrino comunque una crescita e nonostante l'inflazione stia proseguendo il suo calo.

Per quanto riguarda i livelli di occupazione, l'Ocse nota che il mercato del lavoro italiano ha raggiunto livelli record, facendo scendere allo stesso tempo ai minimi i tassi di disoccupazione e inattività: anche in questo caso, però, l'Italia è al di sotto della media dei Paesi industrializzati. I miglioramenti, comunque, sono riusciti a verificarsi "nonostante il rallentamento della crescita economica dalla fine del 2022".

A maggio 2024 il tasso di disoccupazione si attestava al 6,8%, in calo di un punto percentuale rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, ma comunque al di sopra della media Ocse, che si ferma invece al 4,9%. Stesso discorso vale per il tasso di occupazione: quest'anno segna un aumento su base annua del 2%, ma resta sotto la media dei Paesi industrializzati: 62,1% contro il 70,2%.

Il divario si nota soprattutto per alcune categorie, come giovani e donne. "Nonostante i recenti record, l’Italia è ancora indietro rispetto a molti altri Paesi Ocse in termini di occupazione femminile e giovanile, dove sono necessari ulteriori progressi, anche per coprire il numero relativamente elevato di posti di lavoro vacanti", si legge nel report dell'Ocse. Se in Italia l'occupazione femminile è infatti al 53,2%, la media Ocse è superiore di circa dieci punti, al 63%.

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