L’Italia è il Paese dei record dei neet: i giovani che non studiano e non lavorano
L'Italia è sempre più il Paese dei record in Europa per quanto riguarda i neet – not in education, employment or training – ovvero i giovani che al momento non studiano, non si formano per il lavoro e non lavorano. La statistica, che viene costantemente aggiornata e che da tempo ormai ci vede sempre a competere per le prime posizioni dei Paesi Ue, continua a descrivere una situazione molto difficile per ciò che riguarda la condizione giovanile: in Italia c'è una fetta enorme di giovani sotto i trent'anni che non lavora e non studia, anche e soprattutto perché abbandonata da una politica completamente distante dalle esigenze delle nuove generazioni.
Secondo le ultime stime pubblicate ieri dal Sole24Ore ed elaborate dai dati Eurostat, la media Ue dei giovani che non studiano e non lavorano è del 6,8% tra i 15 e i 19 anni: in Italia è del 13,2%. Per capirci: al secondo posto c'è la Romania con il 12,1% e al terzo Malta con il 10,0%. Gli altri Paesi sono tutti sotto la doppia cifra, e gli Stati considerati paragonabili all'Italia sono molto distanti da questo tipo di numeri: Germania al 5,0%, Francia al 5,7%, Spagna 6,6%. Insomma, in Italia oltre un ragazzo o ragazza su dieci tra i 15 e i 19 anni non studia e non lavora.
La percentuale cresce nella fascia 20-24 anni: il 26,1% in Italia non studia e non lavora, anche qui è il miglior risultato nell'Unione europea. Seconda la Romania con il 24,0%. E ancora: tra i 25 e i 29 si arriva addirittura al 29,4%, con la Grecia seconda al 28,7%, la Romania al 24,8% e la Bulgaria al 23,9%.
Guardiamo invece il dato complessivo: la percentuale di giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano in Italia è del 23,1%. È la più alta di tutti i Paesi europei. Significa che quasi uno su quattro non fa niente, in sostanza. Sul podio ci sono Romania (20,3%) e Bulgaria (17,6%). I Paesi considerati paragonabili all'Italia hanno un numero di neet – e chiaramente delle politiche giovanili – completamente diverso: la Germania è al 9,2%, la Spagna al 14,1%, la Francia al 12,8%.