L’Italia addestrerà i militari ucraini insieme all’Unione europea, dice il ministro Crosetto
L'Italia addestrerà i militari ucraini e continuerà a partecipare alle iniziative della Nato sul fianco Est. In totale, per le missioni militari all'estero nel 2023, il costo per lo Stato sarà di quasi un miliardo e mezzo di euro. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha toccato tutti questi temi durante l'audizione di oggi davanti alle commissioni Esteri e Difesa. L'Italia parteciperà all'iniziativa europea di addestramento dei militari ucraini "con personale di staff da inviare nei comandi di Bruxelles, in Polonia e in Germania", ma anche "offrendo moduli addestrativi specialistici da svolgere, però, presso scuole e installazioni militari sul nostro territorio nazionale", ha spiegato Crosetto.
"Il contributo nazionale alle iniziative messe in atto da parte dell'Unione europea prevede, a partire dal 2023, la partecipazione alla nuova missione di assistenza militare all'Ucraina, mirata a supportare le forze armate ucraine attraverso attività di addestramento e crescita delle loro capacità operative eseguite in maniera distribuita sul territorio di diversi Paesi membri dell'Unione – ha spiegato Crosetto in commissione – Con una iniziale durata di due anni, la missione ha un Comando Operativo a Bruxelles e due comandi tattici, coincidenti con i centri di addestramento individuati in Polonia e Germania".
L'impegno della Difesa resterà anche nelle missioni Nato: "Continuerà la partecipazione alle iniziative sul fianco Est messe in atto dalla Nato – ha sottolineato il ministro – qui l'impegno è significativo e prevede per il 2023 un complessivo massimo in termini di personale di circa 3.400 unità, che in termini di assetti si traduce in circa 600 mezzi e materiali terrestri, cinque unità navali e circa trenta assetti aerei". Nel 2023 sarà anche dislocata nel Mar Baltico "un'unità navale con capacità di difesa aerea e missilistica, quale contributo al rafforzamento dello spazio aereo polacco e dell'area euro-atlantica".
Crosetto ha fatto anche il punto a livello più generale: "Le missioni e operazioni all'estero rappresentano un elemento cardine della politica di difesa e sicurezza nazionale, funzionale alla rilevanza politica e strategica dell'Italia, oltre che alla salvaguardia dei prioritari interessi nazionali – ha sottolineato ancora il ministro – In questo senso, è stato previsto l'impiego dello strumento militare per il 2023, che vedrà i nostri militari operare in 43 missioni, con una media di circa 7.500 unità di previsto impiego e un contingente massimo autorizzato di poco inferiore alle 12.000 unità". A livello economico, l'impegno non sarà indifferente: "Comporta un onere finanziario complessivo pari a circa 1,31 miliardi di euro".