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Liste d’attesa, Schlein: “Dl fuffa è diventato dl zuffa, litigano nel governo e prendono in giro italiani”

Elly Schlein in conferenza stampa critica il decreto sulle liste d’attesa del governo, già bocciato dalle Regioni: “Questo è un decreto vuoto, un decreto fuffa. Questo governo non ci ha messo un euro per risolvere il drammatico problema delle liste di attesa che si allungano”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Quello sulle liste d'attesa è un decreto puramente "elettorale e lo dimostra il fatto che con le Regioni ci hanno parlato solo dopo le elezioni", dice il capogruppo Pd al Senato Francesco Boccia, durante la conferenza stampa del partito a Palazzo Madama, a cui partecipa anche la segretaria Elly Schlein.

"Il compromesso al ribasso che in queste ore la destra si illude di raggiungere con le regioni, porta a una toppa che è peggio del buco – aggiunge – e l'emendamento della Lega che chiede la soppressione dell'articolo 2 dimostra che questo era un decreto che non andava presentato".

"È un testo pasticciato e pericoloso" e "senza risorse", "che ha fatto già fatto tanti danni e noi chiediamo che venga ritirato. Su questo auspichiamo l'unità della Conferenza delle Regioni".

"Abbiamo assistito negli ultimi mesi a una legislazione tutta mirata a cercare il colpevole, trovano i capri espiatori per un problema che ha un nome preciso, che è il sottofinanziamento del Sistema sanitario nazionale", è il ragionamento di Susanna Camusso, che ha accusa il governo di non occuparsi della questione dei doppi turni del personale sanitario, intervenendo con nuove assunzioni. "Se c'è un luogo dove è essenziale che l'orario di lavoro sia proporzionato quello è proprio il Sistema sanitario nazionale", ha ricordato Camusso.

"Mi sembra chiaro che quello che avevamo denunciato in campagna elettorale si è realizzato. Questo è un decreto vuoto, un decreto fuffa. Questo governo non ci ha messo un euro per risolvere il drammatico problema delle liste di attesa che si allungano, prendendo in giro le persone. Quando dicono che bisogna incentivare gli straordinari vuol dire che non hanno parlato con i medici che fanno già turni massacranti, è la realtà quotidiano dentro gli ospedali pubblici. A cinque giorni dalle elezioni europee hanno raccontato che si potevano accorciare le liste d'attesa senza metterci un euro", dice la segretaria Schlein durante la conferenza stampa.

"Dopo un mese il decreto fuffa e già diventato il decreto zuffa, zuffa nella maggioranza, con la Lega che ha già fatto un emendamento abrogativo, e zuffa con le Regioni, molte delle quali sono guidate dalla destra. C'è qualcosa che non va. Le Regioni, a eccezione del Lazio, hanno bocciato con un parere negativo un decreto. Noi abbiamo presentato una proposta legge perché la destra la votasse con noi, come è già successo in molte Regioni, come nelle Marche. Si devono mettere d'accordo se votano in modo diverso nei consigli regionali e in Parlamento".

"Non provino a mettere la fiducia, come ricordava il capogruppo Boccia. Noi chiediamo sostanzialmente due cose: mettere più risorse sulla sanità, arrivando alla media europea, con un incremento della spesa sanitaria fino al 7,5% del Pil nel 2028. E sbloccare il tetto sulle assunzioni, è arrivato il momento di ridiscuterlo. Senza personale non c'è un modo di accorciare le liste di attesa, non c'è. In questo modo si rischia solo di agevolare il privato. Questo è un decreto sbagliato, privo di nuove risorse. Scambiano le cause con i sintomi. Le liste di attesa non si accorciano senza nuove assunzioni. Noi continuiamo a insistere con la nostra proposta di legge. Abbiamo bisogno di rimettere al centro la questione della cura. Non si può aspettare un anno e mezzo per una mammografia o un altro esame specialistico. Significa non fare prevenzione, non ce lo possiamo permettere".

"Hanno affossato vigliaccamente la nostra proposta dicendo che non ci sono le coperture. Abbiamo chiesto di trovarle ma ci hanno detto di no, non vogliono perché nella loro visione non si deve finanziare meglio la sanità pubblica. È assurdo però che dall'altra parte facciano un decreto a invarianza di spesa".

"Faccio un appello – conclude – alla serietà nel nome degli italiani, come Pd non accettiamo che si prendano in giro gli italiani".

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