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Liste d’attesa, Schillaci replica alle Regioni: “Assenza di coperture? I soldi ci sono”

Il ministro della Salute Schillaci risponde alle Regioni sulle e misure varate dal governo per abbattere le liste d’attesa: “Le coperture ci sono e hanno tanto di bollinatura del Mef”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Mi fanno sorridere le accuse della Schlein sull'assenza di coperture al decreto che taglia le liste di attesa. Le nostre ci sono e hanno tanto di bollinatura del Mef, quelle del suo disegno di legge che vorrebbe portare il fondo sanitario al 7,5 per cento del Pil finanziandolo con la lotta all'evasione sono state sonoramente bocciate dal Centro studi della Camera. Anche se nessuno lo dice". Lo dice alla "Stampa" Orazio Schillaci, ministro della Salute, dopo il varo del decreto legge e del disegno di legge che promettono di superare il problema principale della nostra sanità pubblica.

"Tanto per cominciare – spiega il ministro – per gli straordinari ci sono 250 milioni di copertura, vidimata dal Mef. Per il resto posso farle una lunga lista di soldi già assegnati alle Regioni, vincolati all'abbattimento delle liste di attesa. Di quelli stanziati nel 2022 ci sono 100 milioni ancora non spesi. Poi c'è lo 0,4 per cento del Fondo sanitario, oltre 500 milioni, che l'ultima manovra stanzia proprio per aggredire le liste di attesa. E per aumentare l'offerta da parte del privato convenzionato, che sempre per conto del pubblico agisce, il tetto di spesa è aumentato di 123 milioni nel 2024, 370 milioni nel 2025 e quasi 500 nel 2026".

"Direi – aggiunge – che dovrebbero bastare. E comunque il decreto prevede che non possano essere utilizzati per altro. E poi nel ddl c'è un altro aumento del tetto dei privati che contiamo diventi operativo nel 2025".

Un favore al privato, si obietta da più parti: "È vero il contrario – dice il ministro – Con le misure che abbiamo approvato i Cup oggi non funzionano perché pubblico e privato non comunicano i posti in agenda disponibili contiamo di abbattere le liste di attesa che spingono milioni di cittadini a pagare il privato di tasca propria per aggirarle. Grazie a queste norme ci sarà un minore ricorso al privato che quindi verrà penalizzato e il pubblico rafforzato. Questa è la verità".

Ricorda inoltre che "nel decreto si prevede la nullità dei contratti per i privati che non mettono a disposizione nel Cup le prestazioni necessarie per curare i cittadini". Le Regioni però si sono lamentate per non essere state consultate: "I provvedimenti che abbiamo varato sono il frutto di un lungo lavoro portato avanti da un tavolo al quale hanno partecipato associazioni degli operatori sanitari, dei cittadini e un rappresentante delle Regioni che è stato presente a tutti gli incontri", risponde Schillaci.

Nella giornata di martedì, dopo il Cdm, era stato Raffaele Donini, assessore alla Sanità dell'Emilia-Romagna e coordinatore della Commissione Salute in sede di Conferenza delle Regioni, a dire che le misure varate dal governo sono prive di coperture finanziarie, aggiungendo inoltre che "Le Regioni hanno avuto il testo del decreto a poche ore dal consiglio dei ministri e quindi significa che il nostro parere non si è ritenuto utile acquisirlo preventivamente".

"Le Regioni – replica il ministro – sono protagoniste nel Servizio sanitario nazionale, ma ci tengo a dire che, tolte alcune in cui si fa davvero un buon lavoro, ce ne sono altre che proprio grazie al decreto dovranno finalmente mettere i dirigenti davanti alle loro responsabilità. Non verso il ministero, ma verso i cittadini a cui non vengono garantite le prestazioni, soprattutto per inefficienze organizzative davvero indegne".

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