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L’Istat dice che gli stipendi in Italia oggi sono più bassi del 2009, Pd: “Serve salario minimo”

Nel 2022 in Italia le retribuzioni, considerando quanto sono saliti i prezzi, sono state più basse che nel 2009. Lo ha fatto sapere l’Istat, in audizione sulla Nadef: gli stipendi in termini reali (cioè calcolati tenendo conto dell’inflazione) sono tornati per la prima volta sotto la soglia del 2009 a causa della fiammata dei prezzi lo scorso anno.
A cura di Luca Pons
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Gli stipendi in termini reali, ovvero considerando l'aumento dei prezzi, sono più bassi rispetto al 2009. Lo ha detto l'Istat, intervenuta oggi in Parlamento durante le audizioni sulla Nadef del governo Meloni. Il dato è riferito in particolare al 2022: l'anno scorso l'inflazione ha raggiunto livelli che non si vedevano da decenni, e in media i prezzi sono cresciuti dell'8,7% in dodici mesi. I salari, invece, sono saliti molto meno.

Per l'Istat, i prezzi sono saliti di 12 punti percentuali in più rispetto alle retribuzioni, dal 2009 al 2023 (per quanto sappiamo con le informazioni disponibili finora per l'anno in corso). Questo è stato dovuto soprattutto all'inflazione altissima degli ultimi due anni. Certo, non è ugualmente vero per tutti i settori. Ad esempio, nella pubblica amministrazione gli stipendi sono cresciuti del 19,5% in questo periodo, mentre nell'agricoltura del 4,1%. L'industria si è fermata al 4,7% di aumento dei salari.

"La forte risalita dei prezzi degli ultimi anni ha riportato in primo piano il tema del confronto tra inflazione e dinamica delle retribuzioni", ha sottolineato Istat. Prima, le cose erano andate meglio: "Tra il 2009 e il 2021 le retribuzioni contrattuali hanno fatto registrare una crescita in linea con quella dell'inflazione". Tuttavia "la straordinaria crescita dei prezzi nel 2022 ha fatto sì che le retribuzioni contrattuali in termini reali siano tornate al di sotto dei livelli del 2009".

D'altra parte, gli aumenti dei prezzi sono ben visibili. A settembre 2023, tra tutti i prodotti che l'Istat usa per calcolare l'inflazione, "oltre il 58%" aveva un prezzo aumentato almeno del 10% rispetto al 2019. E di questo 58%, "oltre la metà è rappresentato da generi alimentari". Per alcuni prodotti, il 5% del totale, l'aumento dei prezzi è stato addirittura pari o superiore al 40%.

Silvia Roggiani, deputata del Pd della commissione Bilancio che era presente all'audizione, ha sottolineato il dato: "Le retribuzioni sono tornate sotto i livelli del 2009. Non è più accettabile. Chiediamo al governo di prendere provvedimenti immediati per aiutare le tante famiglie colpite dalla stagnazione dei salari reali e dall'inflazione". La soluzione proposta è quella già portata avanti dalle opposizioni nei mesi scorsi, e che la settimana prossima tornerà a essere discussa in Aula: "Serve introdurre subito un salario minimo per legge, per garantire una base retributiva equa e dignitosa per tutti i lavoratori. Oltre a misure per contenere l'inflazione e garantire la stabilità dei prezzi dei beni di consumo essenziali, occorre intervenire su politiche salariali che promuovano aumenti significativi delle retribuzioni dei lavoratori".

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