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L’inflazione cala, ma è ancora troppo poco: rallenta anche il carrello della spesa

Gli ultimi dati Istat registrano un lieve rallentamento dell’inflazione in Italia, con trend opposti per beni alimentari e bollette. Il dato cala anche in Europa, ma più rapidamente.
A cura di Tommaso Coluzzi
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L'inflazione rallenta, ma non ferma la sua corsa. Secondo gli ultimi dati dell'Istat, a settembre l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività registra un aumento dello 0,2% su base mensile e del 5,3% su base annua, dal più 5,4% del mese precedente. Insomma, parliamo di un premio di consolazione. L'impatto sulle tasche degli italiani è ancora marginale. L'Istituto spiega che tutto dipende dall'andamento dei prezzi dei beni alimentari, la cui crescita annua "si riduce sensibilmente pur restando su valori marcati". A compensare questo calo, però, dando come saldo un valore un minimo positivo, è l'accelerazione dei prezzi dei beni energetici non regolamentati – come carburanti, luce e gas a mercato libero – e dei servizi di trasporto.

I beni alimentari non lavorati sono scesi dal più 9,2% al più 7,7%, quelli lavorati dal più 10,0% al più 9,1%, sempre su base annua. Significa che rispetto allo scorso anno, gli alimenti costano sempre di più, ma un po' meno rispetto al mese scorso. Il costo dell'energia, invece, vola dal più 5,7% al più 7,6%, così come i trasporti, dal più 1,2% al più 3,8%.

Anche a livello europeo, il tasso di inflazione è calato a settembre. In questo caso in maniera più sensibile. Nell'Eurozona, secondo i dati Eurostat diffusi sempre oggi, si passa dal più 5,2% di agosto al più 4,3% di settembre. È il tasso medio di inflazione più basso registrato nella zona dall'ottobre 2021. Paradossalmente, in Europa, a calare sono i prezzi dell'energia, mentre salgono quelli dei beni alimentari. Esattamente il contrario rispetto a ciò che succede in Italia.

Tornando al nostro Paese, l'Istat comunica anche che si attenua la crescita su base annua dei prezzi del "carrello della spesa", che a settembre si attesta al più 8,3%. È ancora un dato fortemente negativo su base annua, ma è un segnale positivo il rallentamento dei prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, che passano dal più 9,4% al più 8,3%.

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