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Questa foto è un promemoria: la destra di Trump, Musk e Meloni ha un piano e la forza per attuarlo

L’incontro di Parigi tra Meloni e Trump, con la benevola supervisione di Elon Musk, è un piccolo manifesto: il fronte conservatore è in ascesa e punta a prendersi tutto l’Occidente.
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Come vi abbiamo raccontato, la cerimonia di riapertura al pubblico della cattedrale di Notre Dame è stata seguita da una cena all’Eliseo offerta dal presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron. L’evento, cui hanno preso parte capi di stato e personalità di primissimo piano della politica internazionale, è stato anche l’occasione per Giorgia Meloni di ritagliarsi uno spazio privato di confronto con il presidente eletto Donald Trump e con il suo sodale Elon Musk. Non ci sono dettagli “ufficiali” sui contenuti del colloquio privato tra i tre, la presidente del Consiglio si è limitata a postare due foto sui suoi account social, accompagnandole da un messaggio stringato: “È stata una piacevole occasione di dialogo quella di questa sera all’Eliseo con Donald Trump ed Elon Musk”.

Molto riserbo anche dalle tradizionali “fonti” di Palazzo Chigi, mentre non è chiaro se sia stato lo stesso tycoon newyorchese a sollecitare un “incontro privato” con la leader di Fratelli d’Italia e dei conservatori europei. Qualche particolare in più è stato diffuso dall’entourage di Elon Musk, con il suo collaboratore italiano Andrea Stroppa che ha parlato dell’incontro come “l’unico insieme a quello con il principe William in agenda del presidente eletto e comunicato alla stampa dal suo team”, dicendo che questo “rapporto di stima con Musk” può aprire uno scenario nuovo per l’Italia.

Insomma, una lettura secondo cui l'asse di Parigi potrebbe avere ripercussioni concrete nei rapporti tra le due nazioni, in termini di investimenti economici e crescita tecnologica. Quanto ci sia di concreto è prematuro dirlo. Di certo, le scelte in tema di politica economica preannunciate da Trump dovrebbero spingerci a essere piuttosto prudenti, così come non può che preoccupare la velata minaccia di uscire dalla NATO da parte della nuova amministrazione USA. Allo stesso tempo, l'Italia non è esattamente il centro principale di interessi di Musk, che da noi investe pochissimo.

Tuttavia, l'incontro di Parigi ci dice altro: c'è un asse forte tra il futuro "leader del mondo libero" e colei che aspira a fare dell'Italia il laboratorio della nuova destra europea, con la benedizione di un uomo che ha un'enorme influenza nel mondo dell'informazione e della comunicazione.

Non una novità assoluta, per la verità, considerando le precedenti dichiarazioni di stima tra i tre protagonisti dell’incontro, nonché la partecipazione dello stesso Elon Musk alla precedente edizione di Atreju, la kermesse dei giovani di Fratelli d’Italia che riparte proprio in questi giorni a Roma. E che, non a caso, si presenta come la manifestazione dei Conservatori, definizione che racchiude il campo politico-ideologico nel quale si muovono Meloni e Trump, e che Musk sta riuscendo a rendere "contemporaneo-pop" grazie all'enorme potenza comunicativa della sua piattaforma social.

In questo contesto, la vicinanza fra Donald Trump e Giorgia Meloni va oltre i tradizionali buoni rapporti istituzionali fra Italia e Stati Uniti e supera la storica concordanza di vedute fra i Repubblicani americani e gli esponenti italiani del centrodestra. Siamo in presenza di un'affinità ideologica, l'appartenenza al campo della destra "identitaria" e appunto conservatrice, che si tramuta in unità d'intenti e condivisione di battaglie comuni: essenzialmente contro la cosiddetta woke culture, il liberalismo progressista e le elite che hanno creduto nell'universalismo dei valori democratici. Sono politici che fanno un'abbondante uso della retorica passatista, che utilizzano il frame narrativo elite/popolo in chiave reazionaria e sono riusciti a modernizzarsi sfruttando i prodotti della destrutturazione culturale degli ultimi anni.

Meloni e Trump, insomma, condividono una cornice valoriale comune e sono convinti di essere interpreti illuminati del nostro tempo. Che vede un nuovo vento soffiare impetuoso sull'Occidente (e sta per raggiungere anche Francia e Germania), anche grazie alla forza economica e comunicativa garantita dai capitalisti della sorveglianza che in massa stanno salendo sul carro della destra. Siamo solo agli inizi, insomma. Toccherà prepararsi.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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