Liliana Segre smentisce le sardine: “Mai aderito alla manifestazione di Torino”
Una nuova tegola si abbatte sul movimento delle sardine in vista della manifestazione di sabato 14 dicembre a Roma. Non solo la polemica sulla piazza aperta anche a CasaPound, come detto da uno degli organizzatori della manifestazione di Roma, ma anche lo scivolone su Liliana Segre, che smentisce di aver inviato un messaggio in occasione della manifestazione di Torino. Un messaggio che in piazza è stato letto da uno degli organizzatori, sostenendo che a inviarlo era stata proprio la senatrice a vita e sopravvissuta all’Olocausto. Ma è la stessa Segre a smentire questa versione, spiegando di non aver mai aderito a una iniziativa del movimento delle sardine.
Segre fa sapere attraverso un comunicato: "In merito a quanto affermato ieri dagli organizzatori nel corso di una manifestazione a Torino e a quanto poi ripreso oggi da alcuni quotidiani, la senatrice Liliana Segre ritiene necessario chiarire di non mai inviato messaggi di adesione alla manifestazione di ieri o ad altre consimili. Ogni notizia al riguardo è quindi destituita di fondamento”.
Dopo il caso di CasaPound, quindi, le sardine devono rispondere a una nuova polemica, nata anche in seguito alle dichiarazioni di uno degli organizzatori delle manifestazioni. Paolo Ranzani, tra i promotori dell’iniziativa di Torino che ha visto in piazza migliaia di persone, ha letto un messaggio spiegando che a inviarlo era stata proprio Liliana Segre: “Un grande augurio alle sardine, soprattutto ai giovani, la piazza è loro perché saranno le sentinelle della memoria”, le parole pronunciate in piazza. Dopo la smentita, comunque, gli organizzatori parlano di un equivoco e spiegano di aver invitato la senatrice a vita in piazza, ricevendo questa risposta – poi letta in pubblico – dal responsabile del suo staff. “Siamo certi che vi sia stata una incomprensione, ma confermiamo il messaggio di speranza ricevuto dalla segreteria della senatrice Segre”, spiegano gli organizzatori giustificando quella che ritengono essere una incomprensione.