Ho capito: Liliana Segre è una farfalla. È quella farfalla che abbiamo avuto per giorni a infilarsi tra le pieghe del solito giardino e ce ne siamo accorti solo quel mattino in cui ci siamo concessi di osservarci intorno, quei giorni in cui esci di casa e ti scopri meravigliosamente capace di notare i colori e le sensazioni. Liliana Segre si è fatta farfalla per non rimanere schiacciata dalla pioggia pesante che l'ha inseguita tutta la vita e dalla pioggia che ancora oggi vorrebbe schiacciarla per terra, anche se non ci avrebbe creduto nessuno che durasse tutti questi anni tutto questo maltempo.
Ieri Liliana Segre ha parlato al Parlamento Europeo di quella “bambina magra e sola” che è lei, "nonna di se stessa": parlano di sé in terza persona quelli che hanno la forza di maneggiare con cura i propri dolori, quelli che per tutta la vita hanno preso le misure sugli squarci della Storia maiuscola tatuati sulla pelle della propria storia. Ieri la farfalla Segre ha parlato come suo solito, lentamente, senza bisogno di aggiungere pathos ma anzi pitturando i suoi momenti da preda con dei colori cordiali. Liliana Segre è una farfalla: che sia notte o gelo o il sole primaverile mantiene la nobiltà leggera del suo volare in giro.
Liliana Segre non fa proclami: è convinta, e ha ragione, che negli episodi di questo nostro mondo ci siano già tutte le lezioni che servono. Dice che "il razzismo e l’antisemitismo ci sono sempre stati e ci sono tuttora, perché sono insiti dell’animo dei poveri di spirito” e mentre lo racconta scoppia l'umanità e l'emozione in luogo solitamente compito come il Parlamento Europeo. Liliana Segre è una farfalla: aggiunge colori anche negli angoli più insperati semplicemente passando.
Sono un tesoro raro, le farfalle. Ci costringono a rivalutare la luce in cui stiamo cogliendoci negli attimi più inaspettati, mentre siamo arrotolati nei nostri pensieri infeltriti dalla quotidianità, sono un ammonimento a non dimenticare la bellezza e si stagliano improvvise ma gentili. Il tempismo dolce di Liliana Segre in questo momento storico di rigurgiti è un'epifania che ci dà l'occasione di salvarci. Ci vuole un cuore grande per rendere rotondo il dolore, ci vuole eleganza per mantenere la grazia nonostante l'aria si sia fatta pesante.
“E se diventi farfalla nessuno pensa più a ciò che è stato quando strisciavi per terra e non volevi le ali": lo scriveva Alda Merini.