Liliana Segre: “Dobbiamo sostenere l’Ucraina senza equidistanze, la resistenza è un sacro dovere”
Aiutare e sostenere l'Ucraina, al fianco del popolo attaccato che ha il diritto di difendersi. Questa deve essere, in estrema sintesi, la posizione dell'Italia secondo Liliana Segre. La senatrice a vita superstite dell'Olocausto è intervenuta sulla guerra scatenata dalla Russia con un lungo messaggio inviato al diciassettesimo Congresso nazionale dell'Associazione nazionale partigiani. Il testo dell'intervento, pubblicato integralmente da Repubblica, si concentra su un concetto, che secondo Segre è profondamente sbagliato: l'equidistanza. "La guerra assurda e sanguinosa che all'improvviso è tornata a sconvolgere il cuore della nostra Europa provoca in me un orrore che non mi è facile descrivere – ha detto la senatrice a vita – quelle bombe sulle case, quelle famiglie in fuga, quei padri che baciano i figli forse per l'ultima volta e tornano indietro per combattere… quanti ricordi di un terribile passato, che non avrei mai immaginato di rivedere così vicino a noi".
La Costituzione italiana, però, offre una "guida sicura" anche di fronte alla guerra: "L'aggressione immotivata e ingiustificabile contro la sovranità dell'Ucraina rappresenta proprio l'esempio evidente del tipo di guerra che, più di ogni altro, l'articolo 11 della Costituzione ci insegna a ‘ripudiare' – ha continuato Segre – la guerra come ‘strumento di offesa alla libertà degli altri popoli'. E la resistenza del popolo invaso rappresenta l'esercizio di quel diritto fondamentale di difendere la propria patria, che l'articolo 52 prescrive addirittura come ‘sacro dovere'".
Per questi motivi, secondo la senatrice a vita, "non è concepibile nessuna equidistanza". Il ruolo dell'Italia è chiarissimo: "Se vogliamo essere fedeli ai nostri valori, dobbiamo sostenere il popolo ucraino che lotta per non soccombere all'invasione, per non perdere la propria libertà". Questo non significa assolutamente inimicarsi il popolo russo, incolpevole secondo Segre. "Proviamo tutti lo stesso senso di ripugnanza, di angoscia e anche di impotenza di fronte a questa guerra – ha concluso – Possiamo solo unirci nel chiedere un immediato cessate il fuoco, la fine dell'invasione russa, l'invio di rapidi aiuti alla popolazione civile, l'avvio di trattative a oltranza, l'affidamento all'Onu di un ruolo di interposizione, il ristabilimento di una pace autentica basata sulla giustizia e il rispetto dei diritti dei popoli".