Liliana Segre dice che presto la Shoah scomparirà dai libri di scuola
La perdita della Memoria, nella più importante delle sue accezioni. Liliana Segre ha paura che possa succedere, anzi. Si dice ragionevolmente sicura che succederà: "Sono una delle ultimissime al mondo e con pessimismo e realismo dico che la Shoah sarà trattata in un rigo nei libri di storia, poi non ci sarà più neanche quello – ha detto a Che tempo che fa questa sera, intervistata da Fabio Fazio – Vorrei che nel memoriale della Shoah tu ti facessi guidare da me, io c'ero", ha aggiunto parlando al conduttore.
Poi la senatrice a vita è tornata a parlare del Fascismo, come fatto durante il suo discorso in Senato: "Ho vissuto una vicenda familiare in cui mio padre aveva un unico fratello che era un fascista della prima ora, era convintissimo – ha detto ancora Segre – E c'era un continuo scambio di idee tra mio papà e questo fratello amatissimo. Mio zio si era sposato in camicia nera e dopo anni di conflitto fraterno, mio zio tagliò dalle foto del matrimonio tutta la sua presenza in camicia nera. C'era allora una borghesia ebraica che aveva aderito al fascismo. Mio zio dopo aver perso tutta la famiglia per le leggi razziste si trovò col rimorso di aver aderito in gioventù al fascismo che gli aveva ucciso il padre, la madre e l'unico fratello. Se c'è ancora l'antifascismo? Ricordando la disperazione di mio zio, dico voglio sperare ci sia ancora".
Segre ha parlato anche del nuovo governo Meloni: "Ho molto rispetto per la Costituzione, è una guida che tutti dovrebbero avere. Il popolo italiano è andato alle urne e ha scelto. Sarebbe facile trovare 45 motivi per i quali essere preoccupata ma da laica vorrei stare a vedere, è troppo facile giudicare a priori e seguire il proprio istinto. Io voglio combattere quei pregiudizi che hanno sconvolto molte vite e voglio essere una spettatrice serena".
E a proposito di guerra, invece, Segre ha anche commentato il conflitto che continua in Ucraina: "Non sono ottimista – ha detto la senatrice a vita – l'invasore ha una colpa enorme. Ho un tale orrore della guerra, mi ricorda quello che porta, per cui sono incapace di fare niente e mi identifico con gli ucraini che perdono case, i loro cari, foto, libri, le cose insomma, che sono la vita di tutti i giorni".