Liliana Segre: “Parola genocidio oggi viene usata per qualsiasi cosa, io l’ho conosciuto”
Per Liliana Segre la parola genocidio "adesso viene usata per parlare di qualunque cosa, di qualunque guerra, di qualunque battaglia, di qualunque presa di posizione". La senatrice a vita, sopravvissuta al campo di sterminio di Auschwitz, ha poi aggiunto: "Io quella parola l'ho conosciuta e per miracolo mi ha risparmiata". A margine di una mostra fotografica al Memoriale della Shoah di Milano, Segre torna a parlare del conflitto in Israele e Palestina: "Non ho la forza né mentale né fisica per affrontare la televisione di ogni giorno. È una cosa che mi turba profondamente, mi dispera".
Le sue riflessioni sono affidate al Corriere della Sera. La senatrice a vita racconta di non aver visto "La zona di interesse", vincitore dell'Oscar come miglior film straniero, e commenta: "Sarebbe stato meglio intitolarlo ‘La banalità del male', perché è quel che riguarda quella famiglia nella sua villetta civettuola. La vera zona di interesse è dove stavamo noi, con quello che succedeva nei campi di sterminio. Lì dentro nessuno sapeva niente di quello che succedeva fuori".
Segre si sofferma anche sulle polemiche scoppiate dopo alcune affermazioni dell'attore Massimo Ceccherini, che – parlando sempre delle pellicole in corsa agli Oscar – aveva detto che il film italiano in concorso – Io Capitano – non avrebbe vinto nonostante fosse il più bello perché "alla fine vinceranno gli ebrei". Per la senatrice a vita sono parole che mostrano come stia esplodendo un antisemitismo latente, da sempre presente nelle società europee: "Quello che sta succedendo adesso è uno zolfanello che si è acceso sotto quell'antisemitismo che noi tutti sappiamo c'è da sempre, solo non era esploso così ufficialmente come adesso".
Alcune settimane fa Segre aveva querelato la diplomatica italiana Elena Basile, che la aveva accusata di pensare solo ai bambini ebrei e non a quelli palestinesi. Ora la senatrice commenta: "A me interessa sempre salvare i bambini, tutti. Gli adulti fanno degli errori di cui le prime vittime sono loro".