Per Liliana Segre ci sono i negazionisti del Covid come ce ne furono della Shoah

Liliana Segre torna a parlare dei negazionisti del Covid, ricordando che per tanti anni c'è stato chi non ha ammesso gli orrori della Shoah: "Io non ho la sensazione di aver sbagliato a essere stata zitta tanto tempo, perché le orecchie non erano aperte a certi discorsi e alcune non si sono aperte mai. Se no come ti spiegheresti i negazionisti della Shoah, tutt'ora, e che ci siano, se li vogliamo paragonare anche se io sono contraria al paragone, quelli che oggi non vogliono sentire e negano che ci sia un nemico invisibile. Chi non vuole ascoltare non ascolta", ha detto intervenendo alla presentazione del libro di Myrta Merlino.
La senatrice a vita, sopravvissuta ai campi di concentramento, ha poi aggiunto: "A quei no vax che si sono travestiti da prigionieri del lager dico che si risponde ‘silenzio'". Il riferimento è a quanto accaduto a Novara, dove dei manifestati No Green Pass si sono vestiti da prigionieri dei campi di concentramento e hanno parlato di dittatura sanitaria. Segre ha continuato dicendo che durante la pandemia "ho sofferto molto come tutti e ho avuto la sensazione fortissima di una cosa che conoscevo e che non portava a niente di bello, contro un nemico invisibile questa volta".
E ancora: "Quella finta euforia dai balconi che si è vista nei primi giorni mi dava un senso contrario rispetto a quello che si voleva esprimere in quel momento. C'erano quelli che dicevano ‘dopo saremo migliori' e io invece ero pessimista. E lo sono perché ho visto l'euforia di quando avevamo il nemico visibile e poi una volta sconfitto insieme a quella libertà tanto agognata ci sono stati dei risvolti così moralmente tristi da fare sì che molta gente si chiedeva perché milioni di persone erano morte per lasciare spazio a corruttori e corrotti".