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Elezioni regionali 2024

Liguria, Mulè: “I no di Conte hanno fatto perdere sia Orlando che i 5s. Destra vince perché è credibile”

Il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè commenta con Fanpage.it i risultati delle regionali in Liguria. “Nel centrosinistra non riescono a fare coalizioni credibili. L’inchiesta di Toti? Ci ha fatto vincere con meno slancio, tutto qui”, dice il deputato di Forza Italia.
A cura di Giulia Casula
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Si è tratto di poco più di 8mila voti, ma alla fine, in Liguria, Marco Bucci ha vinto contro il candidato del campo largo Andrea Orlando. Quella che fino a qualche mese fa era sembrata, almeno apparentemente, una partita in discesa per via delle inchieste giudiziarie che hanno travolto il centrodestra ligure, sul finale si è trasformata in un testa a testa, in cui a spuntarla è stato il sindaco di Genova.

Una sfida al fotofinish e con un'affluenza ai minimi storici, in cui i battibecchi tra Renzi e Conte prima e quelli tra Conte e Grillo poi, hanno penalizzato la corsa alla Presidenza di Orlando, inizialmente favorito sull'avversario. Ne abbiamo parlato con Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia.

Le elezioni in Liguria hanno visto la vittoria del vostro candidato. Come commenta il risultato del centrodestra? 

Il risultato è chiaro. Nel sistema elettorale c'è chi vince e chi perde, non ci sono mezze misure. Il centrodestra ha dimostrato ancora una volta che il valore della coalizione è capace di superare qualsiasi alchimia giudiziaria o politica. Il centrodestra ha avuto ragione con una formula di buon governo che ha replicato e che replicherà con con Bucci, anche rispetto agli scandali giudiziari e a all'uso che ne è stato fatto in senso di campagna elettorale, di mancanza di credibilità dell'azione del centrodestra in Liguria con la giunta Toti. Invece gli elettori hanno premiato quel lavoro e le persone che si ritroveranno in consiglio regionale che vengono da quell'esperienza.

Insomma, il caso Toti non ha pesato

Quella che era attesa come una grande vittoria del centrosinistra si è rivelata, alla prova dei fatti, l'ennesima sconfitta. Erano sicuri della vittoria, di un risultato in discesa, invece la dura realtà li riporta ancora una volta coi piedi per terra o sotto terra da un punto di vista elettorale, perché il popolo ha parlato e ha detto chiaramente che vuol continuare a essere governato dal centrodestra.

È vero però che a Genova, la città governata da Bucci, Orlando è risultato avanti con circa 18mila preferenze in più…

Quello che è successo in Liguria è speculare e opposto rispetto a quello che è successo in Sardegna. Si ricorderà che il candidato alla presidenza della Regione che era sindaco di Cagliari conobbe le ragioni di una sconfitta elettorale perché il resto dei territori non furono sufficienti a colmare e quello che era il risultato di Cagliari. In Liguria, è successo esattamente il contrario, cioè laddove a Genova, non sono arrivati i consensi attesi sono stati compensati da quella forza della coalizione, mi riferisco soprattutto a Forza Italia nella Ponente Ligure, ma anche con risultati ragguardevoli al Levante, che hanno compensato i voti che sono mancati a Genova. Su Genova evidentemente c'è stato un una presa maggiore di ciò che è accaduto alla Giunta Toti e ai fatti di Genova e di questo bisogna fare tesoro per intervenire alle prossime elezioni per il sindaco della città, correggere e fare un'azione sul territorio per riconquistare quei consensi.

In queste elezioni, un ruolo importante è stato giocato anche dalle liste civiche, che nel caso di Bucci hanno portato un gran numero di preferenze, arrivando persino a superare i risultati dei singoli partiti di maggioranza, come Lega e Forza Italia. 

La Liguria arriva da una stagione di civismo che è precedente alla Giunta Toti. Lo stesso sindaco Scajola è un sindaco civico. Altri sindaci importanti della Regione sono spesso del civismo, che è stato trainante per le elezioni in Liguria, comunali e regionali, fino alle scorse elezioni. Anche adesso fa la sua parte in maniera importante, ma questo è un ulteriore motivo di forza del centrodestra, cioè laddove si dovesse votare o quando si vota per le europee o per le elezioni politiche nazionali in cui l'aggregazione del civismo, di cui Forza Italia è un po' aggregante, si riuniscono allora arrivano risultati maggiori per i singoli partiti. È un fattore endemico normale nel tipo di elezioni locali regionali o nazionali. Il civismo è una forza: laddove ha necessità di essere rappresentato a livello locale va autonomamente con la sua identità; laddove, invece il sistema elettorale impone delle scelte di campo è un civismo che ha già dimostrato di scegliere da che parte stare ed è è andato direttamente nelle liste di centrodestra che ha saputo intercettare quei moderati coi liberali che se viceversa vanno con liste autonome quando ci sono le elezioni locali.

A sinistra invece, gli scontri tra M5s e Italia viva, fino all'esclusione dei renziani dalla coalizione e in ultimo le tensioni tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo, non hanno certamente giovato alla corsa elettorale di Orlando. Secondo lei, che cosa non ha funzionato e chi è il grande sconfitto? 

Non c'è un grande sconfitto, perde l'incapacità del centrosinistra di farsi coalizione, cioè perde la mancanza di un'idea valoriale comune  che ancora una volta la fa essere perdente. Così come è stata perdente in altre elezioni regionali – pensiamo alla Basilicata, al Molise – perché non hanno un'anima che li fa essere coalizione. In questo è una coazione a ripetere, o meglio una coalizione a ripetere, gli errori che hanno sempre fatto. Ma non non c'è un banalmente un modo per risolvere il problema perché quello che manca è proprio l'anima che li fa stare insieme. Sono divisi sulla giustizia, sono divisi sula politica estera, sulla politica del lavoro, quindi quando poi fanno quello che io chiamo un crocchio, o se si preferisce un cartello elettorale gli elettori vanno altrove perché non si fidano della capacità poi di questi partiti di stare insieme.

Su certi temi però, anche Forza Italia, Lega e FdI viaggiano su binari separati. Che cosa fa la differenza allora? 

Fa la differenza il fatto che ci ritroviamo su una base programmatica regionale e nazionale che ci fa essere credibili e leali rispetto agli impegni che prendiamo. Cioè nella differenza di identità del centrodestra, quando poi si delinea un programma a cui tutti siamo chiamati a dimostrare lealtà, noi questo lo facciamo cosa che invece il centrosinistra non sa fare e non può fare.

Tornando a quanto accaduto tra Conte e Renzi, lei pensa che alla fine i voti di Iv avrebbero effettivamente spostato qualcosa a sinistra? Su questo anche Bucci ha detto chiaramente che al posto di Orlando avrebbe già preso "i suoi cari amici" per fargli "un mazzo così"… 

C'è un problema insormontabile rispetto ai 5 Stelle che è quella di un'anima profondamente giustizialista e settaria da un punto di vista politico che gli impedisce, come ha dimostrato la storia della scorsa legislatura con la Lega e col Pd, di avere un'alleanza stabile perché quest'anima giustizialista poi ha sempre la meglio su qualsiasi ragionamento politico. Noi che rappresentiamo quello che io chiamo il risorgimento garantista in questo paese dimostriamo invece che quella è la strada da percorrere. Quindi il peccato originale di cui non si libera il Movimento 5 Stelle è quel settarismo intriso di giustizialismo che li ha fatti perdere consensi ai 5 stelle in Liguria e perdere a Orlando per la mancata alleanza anche con Italia viva. Alla fine porre veti non è servito.

Detto questo, i risultati vanno comunque tarati su un dato, quello dell'astensionismo. Meno del 50% degli elettori è andato a votare, è la percentuale più bassa mai raggiunta. 

Sì, sappiamo anche che la Liguria in queste giornate elettorali viveva un problema drammatico legato alle alluvioni e a situazioni metereologiche che hanno impedito di andare a votare per paura che ci fossero dei problemi. Questa certamente non è la spiegazione, ma fa parte di un ragionamento più ampio. Il problema c'è ed esiste e risiede sempre nell'incapacità di motivare gli elettori da parte di chi vorrebbe proporre una nuova soluzione come è stato per il centrosinistra. Da parte nostra, invece deve esserci la capacità di farli tornare per fidarsi della proposta che abbiamo.

Non crede che da questo punto di vista, invece, l'inchiesta Toti abbia in qualche modo influito, erodendo la fiducia dei cittadini liguri? 

Semplicemente ci ha fatto vincere con meno slancio, tutto qui. Avremmo potuto avere una vittoria secca e invece abbiamo avuto una vittoria di misura, però l'importante è vincere. Abbiamo vinto con un con un 1 a 0, invece di vincere col 4 a 0, va bene comunque.

Ora la partita resta ancora aperta. A novembre sarà la volta di Emilia-Romagna e Umbria. Quali sono le aspettative?

Ogni regione ha una sua storia e fare la sommatoria di territori diversi e situazioni di governo differenti è sbagliato. In Liguria, si è vinto, qdesso ci sono altre due partite che fanno parte di un campionato parallelo. In Umbria abbiamo eccellenti chance di poter ribadire la vittoria di Donatella Tesei e Forza Italia avrà ancora una volta un grande ruolo perché schieriamo in prima linea Andrea Romizi, che è stato un grande sindaco di Perugia per due mandati e il suo impegno nelle regionali porterà ancor di più Forza Italia a essere importante e centrale in Umbria. Per l'Emilia Romagna, non dico che è un terno al lotto, ma insomma è l'Everest da scalare. Prima o poi ci riusciremo. D'altronde anche l'Everest è stato scalato e si è piantata la bandierina, speriamo di riuscirci.

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