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Licia ha 92 anni e sta combattendo per legalizzare la cannabis

Licia Fertz è la donna che non ti aspetti: 92 anni, alta, distinta e favorevole alla legalizzazione della marijuana anche per scopo ricreativo.
A cura di Saverio Tommasi
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Licia Fertz: legalizzate la marijuana
Licia Fertz: legalizzate la marijuana

Licia Fertz è una signora di 92 anni, alta, distinta, indossa grandi collane, è una specie di regina che cammina dispensando consigli e parole gentili.

Lo fa sui social e nella vita reale, che nel suo caso coincidono.

La gentilezza di Licia Fertz risiede anche nelle sue idee precise, che non baratta mai, perché la libertà non è un mantello da indossare secondo l'occasione. E così Licia Fertz racconta, parla, non si sottrae, non fa passi indietro.

Ho incontro Licia Fertz qualche giorno fa, a casa sua e di Emanuele, suo nipote.

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Buongiorno Licia.
Buongiorno Saverio, ti stavo aspettando con gioia.

In auto andiamo in un negozio poco distante, una specie di grande locale dove coltivano piante di cannabis, quella però priva di THC. Andiamo lì perché la scenografia è importante: hanno piccole serre aperte sul retro del negozio, e molte piante in vetrina.

Sente l'odore?
Ceto, questo odore è meraviglioso; per me questo buon odore andrebbe legalizzato, dovrebbe essere alla portata di tutti, nella forma ricreativa e terapeutica.

Lei l'ha mai usata?
A volte, quando ho dei dolori che non riesco a muovere neanche le braccia, una tisana alla cannabis, oppure assunta in forma di gocce, mi aiuta tanto.

E l'ha mai fumata?
Certo, per scopo ricreativo. La legalizzazione servirebbe anche a togliere i soldi alle mafie e a darli allo Stato. E poi si creerebbero un sacco di posti di lavoro!

E' sicura?
Sì.

Lei l'ha sempre pensata così?
Sì, sempre. E' il mio modo di vedere e di pensare. Se tu sapessi tutto… Sai che l'ho anche coltivata?

Da giovane?
Proprio giovane no, diciamo che ero a metà vita. Mio nipote Emanuele era un ragazzino, e io non volevo che andasse a comprarla dallo spacciatore, temevo gli impasti chimici, il veleno dentro, e così l'ho coltivata io, in questo modo sapevo cosa c'era dentro.

La Polizia l'ha mai beccata?
No, ero attenta, la chiamavo "il ciliegio".

Ci sono altri motivi per cui è favorevole alla legalizzazione?
Sì. Credo che l'idea del "frutto proibito" attiri come nient'altro. L'idea di avvicinarsi a qualcosa di vietato è sempre molto forte, soprattutto in adolescenza. E se noi la legalizziamo le togliamo quello spirito "calamita".

Se ho capito bene lei non è di quelle persone che dice "fumate, fumate senza pensare!". Lei fa un ragionamento preciso.
Certo. Bisogna evitare le droghe pesanti, questa è la cosa più importante. E anche la marijuana è una responsabilità, i ragazzi vanno educati, io lo dico tranquillamente: provate pure, se volete ogni tanto fumate, ma poi smettete prima possibile. Per questo dico che serve responsabilità: sia nel non vietare e sia nel non abusare.

Sto ripensando alla questione del "ciliegio".
Un ciliegio fuori stagione, che mi ha dato tanti buoni frutti.

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Sono giornalista e video reporter. Realizzo reportage e documentari in forma breve, in Italia e all'estero. Scrivo libri, quando capita. Il più recente è "Siate ribelli. Praticate gentilezza". Ho sposato Fanpage.it, ed è un matrimonio felice. Racconto storie di umanità varia, mi piace incrociare le fragilità umane, senza pietismo e ribaltando il tavolo degli stereotipi. Per farlo uso le parole e le immagini. Mi nutro di video e respiro. Tutti i miei video li trovate sul canale Youmedia personale.
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