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Licheri (M5s): “Meloni bugiarda patologica, sul voto a Von der Leyen non poteva fare peggio di così”

In un’intervista a Fanpage.it, il senatore M5s Ettore Licheri ha commentato il risultato del voto al Parlamento europeo sul bis di Ursula von der Leyen. Pd e Movimento si sono divisi, ma questa è “una ricchezza”, fin quando si sta all’opposizione. Invece Meloni e FdI hanno sbagliato tutto il possibile, secondo Licheri: un errore che avrà conseguenze pesanti.
A cura di Luca Pons
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Ettore Licheri, senatore del Movimento 5 stelle componente della commissione Affari esteri, ha risposto alle domande di Fanpage.it sul voto del Parlamento europeo che ha dato a Ursula von der Leyen un secondo mandato alla guida della Commissione europea. Si è molto parlato della posizione di Fratelli d'Italia, che secondo Licheri porterà a una "perdita di qualunque credibilità" per il governo Meloni, soprattutto quando la premier "finirà per sostenere" la maggioranza Ursula. Anche Pd e M5s si sono divisi nel voto: per il senatore però la diversità "è ricchezza" quando si è all'opposizione, mentre per costruire un'alleanza bisognerà trovare un accordo sui temi, perché "il potere da solo non basta" per "cementare un governo".

Senatore, ha fatto discutere il voto di Fratelli d'Italia, che non ha annunciato di essersi schierato contro von der Leyen fino a quando il risultato non è stato annunciato. Come ha interpretato questa mossa?

Pronunciare la frase "diremo come votiamo solo dopo che saranno usciti i risultati" significa essere in una condizione di confusione mentale, oltre che politica. Era difficile fare peggio di quello che che è successo. Per carità, era prevedibile che Meloni avrebbe pagato il prezzo delle sue piroette e ambiguità. Ma la cosa peggiore è che non sono finite qui.

Cioè?

Questa maggioranza che ipocritamente non ha votato ieri, nel tempo, Meloni finirà per sostenerla. Del resto lo ha già fatto, quando ha firmato il nuovo Patto di stabilità lacrime e sangue che Francia Germania le hanno imposto, e che taglia le gambe alla crescita italiana.

Finirà quindi con una Meloni che appoggia von der Leyen, nei prossimi anni?

Certo. Io mi chiedo dove sia finita quella patriota che urlava "cambieremo l'Europa". Temo che che sia avvenuto esattamente il contrario. Ormai possiamo dire che la forza suadente del potere – in una donna già patologicamente incline alla bugia – ha avuto gioco facile. Quando pagheremo i danni di questo nuovo Patto, quando pagheremo i danni di essere riusciti a non entrare né nel tavolo dei sovranisti né nel tavolo della maggioranza della von der Leyen, mi auguro che gli elettori sapranno a chi presentare il conto.

Forza Italia ha votato per la nuova presidente della Commissione, Lega e FdI contro. Questo avrà delle ripercussioni sul centrodestra?

Salvini ha parlato di un euro-inciucio per il secondo mandato a von der Leyen, e prima del voto accusava Forza Italia di voler realizzare un colpo di Stato. Queste accuse, dal suo punto di vista, si sono puntualmente realizzate. Da questa spaccatura non potranno non derivare degli effetti, perché in politica ci sono delle leggi, così come nella scienza.

Quali effetti?

Prima prima cosa, l'assoluta perdita di qualunque credibilità politica ai tavoli internazionali. Lo dico da ex presidente della commissione Politiche europee: l'autorevolezza di un governo nasce prima di tutto quando parla con una voce sola. E poi ci sono le alleanze. La cifra di un premier si misura sulla capacità di realizzare delle alleanze. In questo momento chi sono gli alleati della Meloni? Ricordo la dichiarazione congiunta del Consiglio Ue sui diritti Lgbt: fu votata da quasi tutti i Paesi dell'Unione Europea; noi invece votammo contro, insieme all'Ungheria e la Bulgaria.

La maggioranza andrà in crisi?

Sicuramente ci saranno anche i riflessi interni di questa spaccatura. Ovviamente moltissime scelte derivano dalla politica estera: penso alla politica agricola, a quella industriale, a quella di bilancio. Tutte nascono in qualche modo dalle direttive europee. Questo governo come deciderà su questi temi?

Ha detto che se non si vota compatti è impossibile avere credibilità. Non vale anche per l'opposizione? M5s e Sinistra italiana hanno votato da una parte, Pd e Verdi dall'altra. Questo non mette a rischio la costruzione di un'alternativa unitaria?

Quando stai all'opposizione, la declinazione differente delle linee politiche è ricchezza. Quando invece vai al governo, hai la necessità di tracciare una rotta e una rotta sola. Altrimenti generi fragilità e paralisi nel governo. Nella passata legislatura, due forze dell'attuale maggioranza governavano con Draghi; la terza urlava alle altre due che erano dei sovversivi. Immediatamente dopo la fine del governo Draghi, le tre forze si sono trovate insieme. Sono due piani completamente distinti e separati.

Quindi anche voi dell'opposizione, per provare a creare un'alleanza stabile, dovreste risolvere queste questioni e trovare "una rotta sola", come ha detto?

Sì, noi ripetiamo da tantissimo tempo che quando crei una coalizione non deve essere solamente un accordo elettorale. Altrimenti succede quello che è successo ieri in Europa. Si dialoga con tutte le forze progressiste, ma sulla base di un programma che sia fatto di temi e di contenuti. Pensare che il potere da solo possa cementare un governo può funzionare, ha funzionato per la destra in questi in questi due anni, però non basta. Ti porta a disastri come questo.

Chiariamolo: perché il M5s ha votato contro il bis di Ursula von der Leyen?

Perché ha smesso di essere la von der Leyen dei 209 miliardi del Recovery Plan, del debito comune tra i Paesi membri, degli Eurobond che finanziavano la sanità, del Next Generation Eu. Ha scelto di sostituire la pace e la prosperità con un'economia di guerra che ormai è diventata costante. Il nostro voto non poteva che essere contrario di fronte a un Parlamento europeo che sceglie di non cambiare strada. Un Parlamento che approva, come prima mozione, quella per ribadire il sostegno militare all'Ucraina fino alla vittoria contro la Russia, autorizzando addirittura l'uso delle armi europee su obiettivi nel territorio russo. È un Parlamento europeo che sceglie di accettare le decisioni che Washington e Pechino prenderanno sulla nostra teste.

Cosa vorreste voi, invece, dall'Unione europea?

Noi proveremo a ridare forza all'Europa del Recovery Fund. Avevamo avviato una rivoluzione in Europa, eravamo riusciti a passare dall'austerità alla solidarietà, ma quella rivoluzione si è spenta con la von der Leyen dell'ultima fase della sua legislatura. Quindi continueremo a batterci: per lo scorporo degli investimenti del Green deal, e non di quelli militari, dal Patto di stabilità; per gli Eurobond, che sono l'unico metodo per poter finanziare ambiente, innovazione, inclusione, occupazione giovanile.

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