“Licenziata perché scomoda”: così il presidente rimosse la direttrice del Parco del Gargano
Potrebbe esserci un falso all'origine della rimozione dal suo incarico dell’ex direttrice del parco nazionale del Gargano, che avrebbe favorito l'arrivo di un funzionario incandidabile. Questo è quanto emerge dal processo per peculato a carico di Maria Villani, alla guida dell’ente per soli tre mesi fino al settembre 2020. A distanza di tre anni dai fatti l’ammissione di una funzionaria del parco fornisce un nuovo elemento sulla vicenda dell’assegnazione della prestigiosa poltrona, al centro dell’inchiesta Follow the money, condotta dal team Backstair di Fanpage.it.
Nel giugno del 2020, Maria Villani viene nominata direttrice del Parco nazionale del Gargano, il secondo parco naturale più grande d’Italia. Essendo vigilato dal Ministero dell’ambiente, le nomine delle cariche direttive del Parco sono ministeriali, e in quel caso, l’incarico a Villani viene conferito con un decreto firmato dall’allora ministro dell’ambiente Sergio Costa. Tre mesi dopo, nel settembre 2020, il presidente del parco Pasquale Pazienza, nominato su input dell’allora sottosegretaria leghista all’ambiente Vannia Gava, decide di licenziare Villani, scavalcando una decisione ministeriale e creando un impasse istituzionale. Alla base di quella scelta, una segnalazione su un presunto utilizzo improprio dell’auto di servizio da parte dell’allora direttrice e la conseguente denuncia per peculato nei confronti di Villani da parte del presidente Pazienza.
Nel corso del procedimento penale in corso, volto ad accertare la responsabilità dell’ex direttrice Villani, però, sono le dichiarazioni di un’altra funzionaria del parco a sollevare più di un dubbio sul merito della contestazione. L’ex direttrice facente funzioni Carmela Strizzi in aula ha dichiarato che sarebbe stato Vincenzo Totaro, funzionario e ora direttore ad interim dell’ente, a chiederle di inviare una segnalazione del presunto uso improprio dell’auto di servizio da parte di Villani: “È venuto il signor Totaro a San Giovanni Rotondo chiedendomi di fare una mail perché il presidente voleva licenziare Villani, perché quest’ultima aveva un atteggiamento che a lui non piaceva”, ha riferito Strizzi in udienza. Oltre a ciò, Villani, nel corso della sua deposizione, ha documentato come almeno 5 viaggi dei 18 complessivi a lei contestati sarebbero dei falsi, perché si trovava altrove. In un caso, addirittura, dall'analisi dei fogli di corsa presenti nel fascicolo dell'accusa, l'autista del parco avrebbe dovuto guidare contemporaneamente due auto.
A seguito del licenziamento della dirigente, le funzioni di direttore vengono assegnate dal presidente Pazienza proprio a Vincenzo Totaro, allora solo dipendente del Parco, che secondo una relazione della corte d’appello di Bari del 2016, sarebbe stato incandidabile a ricoprire un ruolo pubblico perché “ritenuto persona legata da rapporti d'amicizia” con il clan mafioso dei Macchiaioli, attivo nel Gargano.
Nel corso dell’inchiesta Follow the Money, il sottosegretario leghista Claudio Durigon, a cena con Luigi Matacena, imprenditore napoletano nel settore forestale e amico dell’eurodeputato Massimo Casanova, svelava: “Sai che mi ha chiesto ora? Se ti serve, al parco del Gargano hanno licenziato il direttore. Quando hai un altro amico, dillo a Massimo”. Questa conversazione avveniva solo qualche giorno dopo la rimozione della direttrice Villani dal suo incarico.
Il Parco del Gargano è da sempre un chiodo fisso di Massimo Casanova. L’europarlamentare leghista, infatti, non aveva perso occasione in passato di attaccare l’ente: “Il vero, grande problema, nella provincia di Foggia, è il Parco nazionale del Gargano che è un freno a mano tirato per tutto”. La preoccupazione di Casanova derivava anche dal fatto che da oltre un decennio è anche il vicino di casa del Parco. Mr Papeete, infatti, ha stabilito la sua residenza sul lago di Lesina, in provincia di Foggia. La sua enorme proprietà è uno dei pochi lembi di terra che non fanno parte dell’area protetta del parco, pur essendo immersa dentro i suoi confini naturali.