Libia, Trenta: “Mai detto di aprire porti”. Salvini: “Rischio terrorismo, non cambio idea”
"Mettiamo un punto a questa storia che sta diventando ridicola. Non ho mai detto di aprire i porti, bensì ho evidenziato i possibili sviluppi che potrebbero esserci da un eventuale inasprimento delle tensioni in Libia. È un dovere di un ministro informare i cittadini. Poi la scelta spetta agli italiani: si può scegliere di essere presi in giro o meno. Per quanto mi riguarda il primo obiettivo è la protezione del Paese e tenere in sicurezza l’Italia, difendendo i nostri confini. Non ho tempo di vaneggiare come fa qualcun altro, preferisco lavorare". Lo scrive su Facebook il ministro della Difesa Elisabetta Trenta, dopo che le polemiche suscitate dalla sua presa di posizione sulla situazione di tensione in Libia. La ministra penstastellata ha ribadito che non ci sarà alcun intervento militare italiano, ma che è necessaria una strategia europea per fronteggiare la crisi.
Sulla stessa lunghezza d'onda anche il vicepremier Luigi Di Maio, che ieri ha bollato come inefficace la politica del vicepremier Matteo Salvini: "Sarebbe utile, indipendentemente dagli sviluppi in Libia, se convincessero Orbán e i suoi alleati in Europa ad accettare le quote di migranti che arrivano in Italia, visto che il sud Italia è frontiera europea" – ha detto il capo politico del M5S in un'intervista al Corriere della Sera – "La Libia non può essere trattata come un tema da campagna elettorale, la Libia è un interesse strategico del nostro Paese".
L'attacco è arrivato dalle opposizioni: "Ci vuole una buona dose di analfabetismo giuridico per assimilare tutti gli immigrati ai profughi. Chi scappa dalla guerra è profugo, chi transita per la Libia provenendo da altri Paesi non lo è. E il ministro della Difesa Elisabetta Trenta che dovrebbe difendere l'Italia si erge a paladina delle Ong lanciando messaggi che potrebbero essere devastanti per la nostra Nazione e la nostra sicurezza", ha detto Andrea Delmastro, deputato di Fratelli d'Italia intervenendo alla trasmissione Agorà in onda su Rai 3. Il vicepresidente vicario del gruppo al Senato di Fratelli d'Italia Isabella Rauti ha sottolineato che "dopo le interviste dei ministri Trenta e Di Maio, con l'acuirsi della crisi e il rischio di ondate migratorie ed emergenza umanitaria, è necessario fare chiarezza, e pretendiamo di conoscere dal governo quale sia la posizione ufficiale dell'Italia, che non puo' essere ridotta ad esternazioni estemporanee rilasciate ai media", e pertanto FdI ritiene necessario che il premier Conte riferisca sulla situazione in Libia venerdì 19 aprile.
Ministro degli Interni Matteo Salvini: "I porti non si aprono"
"Ci sono 500 terroristi detenuti nelle carceri libiche, non vorremmo che arrivassero via mare. In Italia non si aprono i porti, la linea non cambia. Questa mattina ho emanato una direttiva". Così Matteo Salvini ha ricordato le possibili conseguenze della guerra in Libia, rispondendo sulle polemiche all'interno del governo. "Io ho l'onere e l'onore di guidare il ministero dell'Interno. I porti non si aprono. Ho letto che Conte parla di un rischio foreign fighters. Anche Maitig mi ha confermato che almeno 500 terroristi sono nelle carceri libiche", ha sottolineato il vicepremier leghista.