Libia, Tajani: “L’Ue parli con una voce sola, Francia e Italia hanno interessi divergenti”
A meno poco più di un mese dalle elezioni europee 2019, in tema di alleanze per una futura maggioranza nell'emiciclo, il presidente del Parlamento Ue Antonio Tajani (FI) ha risposto a una domanda di Fanpage.it su una possibile apertura al M5S del Partito Popolare Europeo, ipotizzata e suggerita dal presidente uscente della Commissione Ue Jean Claude Juncker. Abbiamo chiesto al braccio destro di Silvio Berlusconi se la questione è archiviata: "La questione è fuori discussione, non pervenuta. Juncker non parla a nome del partito Partito popolare europeo. Se ha quest'idea… Per quanto mi riguarda, siamo alternativi ai Cinquestelle".
Oggi si terrà a Bruxelles Consiglio europeo straordinario che deciderà sulla Brexit, il presidente Tajani ha sottolineato ancora una volta l'importanza che l'Europa sia unita e "parli con una voce unica", per affrontare la difficile situazione di tensione in Libia. "Le posizioni di Francia e di Italia rappresentano interessi divergenti, non mi pare che l'Europa stia giocando un ruolo da protagonista in questo momento per risolvere la questione libica. Ci vuole più Europa in questo momento, e dovremmo avere invece una posizione comune. Il caos in Libia è esploso perché francesi, britannici e americani hanno fatto cadere Gheddafi. Quello è stato un errore, non perché lui fosse un campione della democrazia. Per cacciarlo abbiamo fatto arrivare l'Isis".
In tema di immigrazione Tajani considera un errore il fatto che l'Ue abbia depotenziato la missione Sophia: "Andava modificata, togliendo il fardello sull'Italia, ma non è stata modificata in meglio. Sulla riforma di Dublino il Parlamento ha già approvato, il testo legislativo è sul tavolo degli Stati membri, stanno perdendo tempo. L'Italia non mi pare particolarmente attiva".
Il presidente del Parlamento europeo è impegnato in una campagna per spingere i cittadini europei a votare. Ma da "uomo di partito" attacca l'esecutivo giallo-verde: "Questo governo vive di continue contraddizioni, soprattutto in politica economica, non c'è una visione omogea, con una crescita che ufficialmente a zero, debito pubblico in aumento. Se non c'è uno shock economico il Paese non si riprende. Bisogna diminuire la pressione fiscale, investire sulle infrastrutture, come la Tav, agevolare le imprese che assumono giovani, mettere insieme un fondo che raccolga tutti quelli inutilizzati delle Regioni per dar vita a un effetto leva, per puntare anche sulle infrastrutture digitali".