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Libia, Sarraj diserta l’incontro a Roma. Conte: “Dialogo con tutti nell’interesse del popolo libico”

Il premier Conte cerca di stemperare le polemiche, dopo che il primo ministro libico Al Sarraj ha disertato l’incontro previsto a Palazzo Chigi, dopo aver saputo del precedente meeting con il generale Haftar: “Abbiamo cercato di coltivare sempre anche un dialogo con il generale Haftar. L’ho incontrato per cercare di convincerlo a desistere dall’iniziativa militare”.
A cura di Annalisa Cangemi
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I due protagonisti della crisi libica, il generale Khalifa Haftar e il primo ministro di Tripoli, Fayez al-Sarraj, erano attesi ieri pomeriggio a Palazzo Chigi, per essere ricevuti dal presidente del Consiglio Conte, in due incontri separati. L'Italia sta cercando di porsi come mediatore, su impulso anche dei presidenti di Turchia e Russia, Recep Tayyip Erdogan e Vladimir Putin, che hanno lanciato un appello alle due parti in conflitto in Libia per un cessate il fuoco in Libia a partire da domenica prossima, come ha annunciato il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu.

Ma solo il primo appuntamento ha avuto luogo: dopo aver saputo della presenza di Haftar a Roma Sarraj ha infatti cancellato la tappa nella Capitale, ed è rientrato a Tripoli, dopo la giornata a Bruxelles. "Su questo dossier vedo da troppo tempo delle rappresentazioni completamente sbagliate" perché "l'Italia fa della coerenza il punto di forza della sua politica internazionale" scegliendo sin dall'inizio "di parteggiare per il benessere e la prosperità del popolo libico" e "per giungere a questo risultato abbiamo appoggiato, in linea con l'Onu e con il riconoscimento dell'intera comunità internazionale, il governo di accordo nazionale presieduto da Serraj", ha spiegato il premier Giuseppe Conte in una intervista al Foglio.

Secondo il premier, "occorre considerare che lo scenario libico si è sempre mostrato molto complesso e, in particolare, tradizionalmente frammentato in molteplici fazioni, tribù, milizie" perciò al fine di favorire una soluzione politica che stabilizzasse definitivamente il paese e integrasse tutte le componenti anche della Cirenaica, sostiene Conte, "abbiamo cercato di coltivare sempre anche un dialogo con il generale Haftar". Ed è per questa ragione, spiega il premier che ieri pomeriggio "ho incontrato quest'ultimo per cercare di convincerlo a desistere dall'iniziativa militare e ad abbracciare un percorso di negoziazione utile a indirizzare la Libia verso una definitiva pacificazione" dice il capo del governo nel tentativo anche di stemperare le polemiche per il mancato incontro con Sarraj.

Conte non sa se si può già parlare di una imminente pacificazione in Libia. "Non sono un giocatore d'azzardo", perciò non scommetto ma preferisce lavorare "per trovare soluzioni politiche, nel confronto e nel dialogo, e cerchiamo, per quanto possibile, di fare il massimo per evitare che si consolidi un conflitto ‘per procura', con attori esterni che invece di contribuire al dialogo e a una soluzione politica, finiscano per alimentare il conflitto armato".

A proposito dell'uccisione di Soleimani dice di non aver "espresso reazioni da tifoso" né di essersi "abbandonato a reazioni emotive" ma "mi sono subito sforzato di comprendere le conseguenze che potevano derivare da questo gesto" e "le sue implicazioni". Sulle sanzioni, in particolare nei confronti della Russia, Conte sostiene di non aver "mai sostenuto e tutt'ora non sostengo la rimozione delle sanzioni tout court. In occasione dei vari Consigli europei non ho mai bloccato il rinnovo delle sanzioni. Ma l'Italia è in prima fila per favorire il dialogo e la realizzazione delle condizioni per il superamento del sistema sanzionatorio. Riteniamo che le sanzioni siano solo un mezzo, e non siano fini a se stesse".

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