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Liberalizzazioni, la pioggia di emendamenti che rischia di snaturare il decreto

Provvedimento in discussione al Senato, previsti oltre 2mila emendamenti. E il testo rischia davvero di cambiare faccia,
A cura di Alfonso Biondi
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Il Presidente del Consiglio

Per il provvedimento sulle liberalizzazioni, il passaggio da decreto a legge sembra più ostico del previsto. A Palazzo Madama, dove oggi verrà discusso il testo, è pronta una pioggia di oltre 2mila emendamenti, che, di fatto, rischiano di snaturare il decreto. E mentre da una parte le osservazioni presentate dalle forze politiche sono pertinenti al tema delle liberalizzazioni, dall'altra si cerca di buttar dentro un po' di tutto, quasi si trattasse di un decreto omnibus. Ecco quali sono, divise per partiti, le principali proposte di modifica al provvedimento:

Popolo della Libertà. Liberale di nome, ma non di fatto. Il Pdl chiede la modifica, o addirittura l'abrogazione, dell'articolo 9 del decreto, quello che cioè dispone l'abrogazione delle tariffe professionali. Una posizione abbastanza strana, soprattutto alla luce del decreto dello scorso ferragosto, nel quale l'allora governo di centrodestra sancì la derogabilità delle tariffe e la piena informativa al cliente. Il partito di Berlusconi vorrebbe anche il ripristino del massimo dell'1,5% di commissioni bancarie sul pagamento con carta elettronica. Modifiche saranno richieste anche per quanto riguarda le farmacie: il partito, infatti, ne proporrà l'apertura di una ogni 3500 abitanti, anziché di una ogni 3000. Verrà richiesto, infine, che l'Authority dei trasporti decida la concessione di nuove licenze dei taxi "d'intesa con i sindaci" e non "sentiti i sindaci". Un dettaglio, questo, che darebbe più voce in capitolo alle amministrazioni locali ma che, in quanto vicine al territorio, potrebbe sottoporle a maggiori pressioni da parte della categoria interessate.

Partito democratico. Luci ed ombre negli emendamenti dei democratici. Sembrano abbastanza promettenti in chiave liberalizzatrice la possibilità di aprire distributori self-service di carburante anche in città, l'immediata separazione societaria di Rete Ferroviaria Italia da Trenitalia, l'abolizione dei vincoli relativi alla vendita dei farmaci di classe C, la semplificazione delle procedure per i concorsi per le nuove farmacie. Dubbi, invece, sulla portabilità gratuita del conto corrente e sull'obbligo per le assicurazioni di concedere uno sconto al cliente che non ha incidenti; misure che potrebbero costringere gli istituti di credito e le assicurazioni a recuperare i soldi così persi  attraverso modalità "meno trasparenti".

Terzo Polo. I centristi vorrebbero ampliare il numero di farmaci vendibili negli esercizi commerciali, chiedono l'abbassamento da 12.500 a 5.000 della soglia di abitanti dei comuni nei quali saranno valide le norme sulle liberalizzazioni, suggeriscono l'abolizione della prelazione dei comuni per l'apertura di nuove farmacie in certi siti. Proposta anche l'abolizione del limiti sugli sconti sui libri introdotto dalla legge Levi alle vendite on-line e l'immediata separazione societaria di Rete Ferroviaria Italia da Trenitalia.

Lega Nord e Italia dei valori. Gli emendamenti proposti dai due partiti d'opposizione hanno carattere restrittivo e, semmai, propongono qualche chiusura in più invece di qualche apertura. Da segnalare la proposta dell'Italia dei valori  della separazione tra le Poste e Banco Posta, e quella del Carroccio di un'immediata privatizzazione della Rai.

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