L’ex senatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri sarà scarcerato: era detenuto per concorso in associazione mafiosa
L'ex senatore di Forza Italia, Marcello Dell'Utri, ha ottenuto il differimento della pena e dunque sarà scarcerato e potrà andare ai domiciliari a casa del figlio Marco a Roma. Il Tribunale di Sorveglianza, accogliendo la richiesta dei legali, ha disposto il differimento della pena per l’ex senatore forzista, detenuto per scontare una condanna definitiva a sette anni per concorso in associazione mafiosa. Il provvedimento sarebbe stato adottato per i problemi di salute di cui soffre il senatore Marcello Dell’Utri.
Il via libera ai domiciliari sarebbe dovuto a un aggravamento della situazione cardiaca dell'ex senatore che ha destato in questi ultimi giorni grande preoccupazione tra i legali, i familiari e la direzione del cercare. Questo aggravamento, continuano le fonti azzurre, sarebbe stato portato all'attenzione dei magistrati che avrebbero preso atto della situazione e concesso la scarcerazione per ragioni di salute.
La richiesta di scarcerazione per motivi di salute era stata avanzata, e respinta, già più volte: lo scorso febbraio, il tribunale di sorveglianza di Roma respinse la richiesta di sospensione della pena per gravi motivi di salute avanzata dai difensori di Marcello Dell’Utri e anche la procura generale si era già espressa negativamente rispetto alla richiesta di scarcerazione sostenendo che le condizioni di salute di Dell’Utri erano compatibili con il regime carcerario. Anche lo scorso 7 dicembre era stato deciso dal tribunale di sorveglianza di Roma un analogo provvedimento di rigetto dell’istanza difensiva. Dell’Utri da luglio era in attesa di essere sottoposto a cicli di radioterapia dopo che gli è stato diagnosticato un carcinoma prostatico. Secondo quanto accertato dai medici del carcere romano – che hanno inviato la relazione sullo stato di salute di Dell’Utri ai giudici di sorveglianza – l’ex senatore soffre anche di una cardiopatia e di una forma di diabete grave.
Il tribunale di sorveglianza di Roma rigettò la richiesta perché le patologie da cui è affetto non erano considerate in stato avanzato e dunque, essendo in grado di deambulare, avrebbe anche potuto fuggire in caso di scarcerazione. Secondo i giudici l'ex senatore poteva essere curato presso i reparti Sai (Servizi ad assistenza intensificata) previsti all'interno del carcere e non sarebbe stato possibile far sottoporre Dell'Utri alle terapie senza il braccialetto elettronico. Inoltre, per il tribunale, influì anche il fatto che la procura di Palermo ha chiesto per Dell'Utri una condanna a 12 anni di reclusione nell'ambito del processo sulla trattativa Stato-mafia.