video suggerito
video suggerito

L’ex portavoce di Salvini: “Sono tutti ossessionati dalla Russia. Navalny? Morte strumentalizzata”

L’ex portavoce di Matteo Salvini Gianluca Savoini, coinvolto nel caso Metropol – per cui le indagini sono state archiviate – e in passato curatore dei legami del partito con la Russia, ha detto che la morte di Alexey Navalny è stata “strumentalizzata”. E sui rapporti con il partito di Putin: “L’accordo non è stato rinnovato”.
A cura di Luca Pons
92 CONDIVISIONI
Immagine

La morte di Alexei Navalny è stata strumentalizzata perché " il signor Biden, il capo del mondo", ha "deciso che è stato Putin a farlo uccidere, e tutti devono omologarsi", e ormai "tutti sono ossessionati in maniera psicopatologica dalla Russia", ma in Italia c'è "il Paese reale che ha opinioni anche diverse". Gianluca Savoini è stato il portavoce di Matteo Salvini e ha lungo ha contribuito a curare i rapporti della Lega con Mosca. Il suo nome è legato soprattutto al caso Metropol sui presunti fondi russi alla Lega, un'indagine che si è conclusa con l'archiviazione. In un'intervista alla Stampa, Savoini ha parlato della situazione attuale, con le tensioni legate al vecchio accordo tra il Carroccio e Russia unita, partito di Putin. A partire dalla morte di Alexei Navalny e il suo impatto nei Paesi occidentali.

"È morta una persona. E quando muore una persona non si può scherzare", ha iniziato Savoini, aggiungendo: "Però bisognerebbe anche evitare di strumentalizzare questa morte". Matteo Salvini ha rifiutato di dire se il regime di Putin possa aver avuto parte in questa morte : "Basta che Salvini dica una cosa ragionevole – cioè di aspettare le indagini per capire se Navalny è morto di infarto, di gelo, oppure torturato – che subito viene messo in croce. Perché questa strumentalizzazione? Perché basta che il signor Biden, il capo del mondo, decida che è stato Putin a farlo uccidere, e tutti devono omologarsi".

Savoini ha detto che "Quello che è successo a Navalny è quello che succede da tempo ad Assange. Non è che io voglia fare dei paragoni tristissimi, però quello che vale per uno vale anche per l’altro. Usare due pesi e due misure mi fa schifo". Il problema, secondo lui, è che "ormai tutti sono ossessionati in maniera psicopatologica dalla Russia. Viviamo in questa cappa dove Russia significa il crimine, l’inferno, il male assoluto. E poi se qualcuno ha a che fare con la Russia diventa un mostro".

Per quanto riguarda la commemorazione pubblica di Navalny, "la Lega fa parte del governo, e per evitare problemi al governo, è normale che sia andata in piazza. Però un conto sono un governo e un sistema politico schierati, un’altra il Paese reale che ha opinioni anche diverse". Anche perché, ha sottolineato, "tutti i politici italiani – da Letta a Prodi, da Conte a Salvini – che hanno avuto un ruolo di governo fino al 2019" trattavano Putin "come si tratta un partner importante". Ora invece "chiunque non segue i dettami del pensiero unico sulla politica internazionale viene attaccato a prescindere".

Savoini aveva un ruolo di spicco nella Lega quando il partito firmò l'accordo con Russia Unita, il partito di Vladimir Putin, nel 2017. Questo accordo ora è al centro di una diatriba politica: Azione chiede che venga mostrata la disdetta, e in caso contrario minaccia la sfiducia a Salvini. L'accordo avrebbe dovuto essere rinnovato automaticamente nel 2022. Secondo Savoini però "è stato impossibile riconfermarlo", per un motivo tecnico: "i trattava di un memorandum di collaborazione, nell’ambito di istituzioni come ad esempio il Consiglio d’Europa e l’Ocse al quale erano ammessi anche parlamentari russi". Nel 2022, però, "i deputati russi erano stati espulsi da questi organismi".

92 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views