L’ex commissario Covid, Arcuri: “Illazioni contro la mia persona e l’operato della struttura commissariale”
"Dal marzo 2021, da quando ho lasciato l'incarico di commissario, non ho mai partecipato al dibattito pubblico che ha visto accenti e toni inusuali sul mio operato e su quella drammatica situazione del Paese. Non perché non avessi motivo, ma per scelta comportamentale che ho sempre avuto nelle istituzioni dal lontano 2007", ha dichiarato Domenico Arcuri, già commissario straordinario per l'attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell'emergenza epidemiologica COVID -19, nel corso della Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanità presso Palazzo San Macuto, a Roma.
"Ringrazio per avermi dato finalmente l'occasione di esporre dopo 4 lunghi anni la mia versione sul reale andamento degli eventi. Io non mi sono mai occupato direttamente di questa vicenda e non vi era alcuna ragione per la quale dovessi farlo, stiamo per approfondire le sorti di un contratto non sottoscritto dalla struttura commissariale, preciso che non essermene mai occupato non mi esime dal rappresentante né da allontanare da me qualsiasi responsabilità. Sono fiero di aver ricoperto questo incarico", ha dichiarato ancora Arcuri.
L'ex commissario ha poi risposto all'audizione di Dario Bianchi, fondatore e amministratore di JC-Electronics Italia Srl che ha dichiarato, questa mattina, che le mascherine diffuse per i medici non erano in realtà salubri, dicendo che avrebbe "audito una spy story infarcita da non documentate illazioni, avente ad oggetto altre materie rispetto a quella per la quale ci è stato richiesto di essere qui. Ho dato mandato ai miei legali di verificare se ci siano le condizioni per essere costretti a tutelare la mia persona e l'operato della struttura commissariale e quella stagione".
Arcuri ha poi dichiarato che i produttori cinesi avrebbero fornito "800 milioni di dispositivi, il 7,6% del totale acquistato dal commissario. Percentuale sideralmente lontana dal quasi monopolio del fornitore che anche di recente ha fatto credere il contrario, un'evidenza taciuta. Dal 20 marzo al 30 luglio 2020 la struttura commissariale sottoscrisse contratti con 40 aziende, 34 italiane, per 9 miliardi di mascherine", per poi aggiungere: "Tutto questo è una congiura contro JC-Electronics?".
L'ex commissario ha poi chiarito che il contratto stipulato da Jc-Electronics Italia "era contrario ai principi del nostro ordinamento giuridico" e ha terminato augurandosi che "questa evidenza venga riconosciuta nei prossimi gradi di giudizio".
JC- Electronics:"Le mascherine per i medici non erano salubri"
Questa mattina, il fondatore e amministratore di JC-Electronics Italia Srl, Dario Bianchi, ha dichiarato di essere rimasto sorpreso dopo aver letto un report ufficiale dell’Inail risalente a dicembre 2022, che indicava che la maggior parte dei decessi causati da Covid negli ospedali "fosse dovuta proprio a situazioni in ambito sanitario".
Bianchi ha anche sottolineato che, "come ingegnere con una certa esperienza in matematica", avrebbe pensato che le mascherine mediche fossero una protezione adeguata, ma ha messo in evidenza la scarsa qualità di alcune forniture.
"Pensavo che i medici fossero adeguatamente protetti, poi mi sono detto, visto che faccio l’ingegnere e qualcosa di matematica ne so, ma se noi facciamo un po’ di calcolo combinatorio? Cioè se io metto una mascherina buona sono protetto, ma se metto una mascherina non buona non sono protetto, sia da sanitario sia da comune cittadino".
JC-Electronics Italia, in seguito a un contratto revocato per “basi illegittime”, ha vinto una causa contro lo Stato italiano, che è stato condannato a risarcire la società con oltre 203 milioni di euro.
Bianchi ha poi spiegato che, quando il 3 agosto 2020 il dottor Arcuri ha annullato il contratto con la sua azienda, ha giustificato la decisione con il fatto che le mascherine erano approvate dall’Inail, ma non dal CTS (Comitato Tecnico Scientifico).
“Io resto stupito del fatto", ha proseguito Bianchi "perché ci dice che le nostre mascherine avevano l’approvazione dell’Inail ma non erano state state approvate dal Cts. Ma il dottor Arcuri, è lui a scrivercelo, il 5 giugno del 2020 scrive ad un altro fornitore e dice che infine e per contro, relativamente alle forniture di KN95, oggetto della lettera di commessa, protocollo n. 781 del 5 giugno 2020′, per quanto riguarda queste mascherine, ‘attualmente depositate presso gli aeroporti di Malpensa e Fiumicino, attesa l’intervenuta validazione dell’Inail, si procederà con il ritiro e con il conseguente pagamento".
Bianchi ha chiarito poi che "le mascherine erano l’unico strumento che poteva proteggere, noi abbiamo emesso l’ordine più importante nella storia del governo italiano per un bene di consumo, in quel momento diventato un bene di prima necessità, lo paghiamo 4 volte il prezzo che lo avremmo dovuto pagare e poi, in realtà, questo bene si dimostra essere non salubre".
Per Fdi: "Si faccia luce su questa vicenda estremamente preoccupante"
"Quanto sta emergendo dalla Commissione d’inchiesta sul Covid è estremamente preoccupante" ha dichiarato Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, "durante l’audizione odierna della società JC, è stata messa in evidenza una serie di decisioni, omissioni e mancanze di controlli, tutte orientate a garantire una commessa miliardaria a favore di soggetti scelti dal commissario Arcuri, nonostante l’assenza delle necessarie certificazioni".
"Fratelli d’Italia continuerà a fare luce su questa vicenda", ha dichiarato poi Bignami, "consapevole che ci sono molti che cercheranno di evitare che venga fatta piena chiarezza".
A parlare è anche Lucio Malan, presidente dei senatori di Fdi e componente della commissione d'inchiesta Covid, che ai tg Rai commenta l'audizione dei rappresentanti della JC-Electronics Italia srl: "In commissione Covid sta emergendo una vera e propria ‘mascheropoli'. Gli italiani hanno pagato mascherine per un miliardo e 200 milioni non idonee e comunque il quadruplo del normale. Nel frattempo Arcuri e l'Agenzia per le dogane bloccavano le mascherine idonee. Fratelli d'Italia chiede di fare chiarezza su questo scandalo".
Per il M5S si tratta di "teorie complottiste e attacchi diffamatori"
"L’audizione di questa mattina in Commissione d’inchiesta sul Covid è stato l’ennesimo capitolo del grande ‘circo’ – per usare la definizione dello stesso Presidente Lisei – che Fratelli d’Italia e gli alleati di destra stanno portando avanti. Dopo la sfilata di no vax e gli attacchi a medici e infermieri, oggi è stato offerto il palcoscenico a un imprenditore privato che peraltro è in causa con la Presidenza del Consiglio", hanno dichiarato in una nota i parlamentari del Movimento 5 Stelle delle Commissioni Affari Sociali di Camera e Senato.
"A procedimento in corso, gli si è permesso di diffondere teorie complottiste e di sferrare attacchi dal profilo diffamatorio senza fornire alcuna prova in merito che coinvolgono svariati soggetti e interessano diversi organi, dall’Agenzia delle Entrate alla Guardia di Finanza", hanno aggiunto, per poi concludere: "quello che resta, alla fine, è un’enorme confusione. Ma c’è anche una grande certezza: non è questo il modo di gestire una pubblica commissione d’inchiesta. Fortunatamente la sorte ha voluto che non fosse l’attuale maggioranza ad affrontare la pandemia, perché avrebbero portato il Paese al disastro”.