L’ex caserma diventata una tendopoli per migranti: ecco come si vive dentro il maxi centro accoglienza
È una vera e propria tendopoli, quella che si è creata nel cortile dell'ex caserma Zanusso e che ospita centinaia di richiedenti asilo. Persone che vivono tra letti a castello ammassati l'uno sull'altro, mangiano in una mensa improvvisata e appendono ciò che hanno sulle reti di un cortile esterno. Il posto all'interno, del resto, non c'é. L'edificio dell'ex caserma in provincia di Treviso (Veneto), ormai da tempo dismessa, è inagibile e così il centro di accoglienza straordinario è stato organizzato in tre tensostrutture allestite nel perimetro dell'ex base missilistica.
Doveva essere tutto temporaneo, eppure le tende sono lì dal 2016. Dentro al centro vivono centinaia di persone, secondo alcuni al momento sarebbero ben oltre la capacità massima di 260 posti. Dentro queste strutture sono allestiti dei letti a castello, appiccicati tra loro. Fanpage.it è entrata in possesso di alcune immagini scattate all'interno di queste strutture: si vedono brande in fila una dietro l'altra, divise da corridoi larghi giusto lo spazio necessario a far passare una persona.
Come si vive nella tendopoli per migranti
C'è chi ha appeso delle lenzuola o delle tendine di plastica ai paletti di ferro con cui sono costruite le brande, alla ricerca di un po' di privacy. Difficile pensare che abbia funzionato: i letti sono letteralmente l'uno sull'altro, carichi di sacchetti della spesa e molti altri oggetti.
Tutto ciò che hanno i richiedenti asilo del centro è ammassato sopra ai materassi, ma quello che non ci sta viene appeso sulle reti in cortile. Attorno alle tre tende, dove quest'estate si sono raggiunte temperature torride, c'è solo cemento, qualche cestino e una pompa dell'acqua.
I migranti mangiano all'interno di una mensa allestita sotto un tendone. Ci sono tavoli in legno e panchine dove gli ospiti del centro siedono per i pasti. Lo stesso sindaco di Treviso e presidente dell'Anci Veneto, Mario Conte, quest'estate – di fronte all'aumento degli arrivi – aveva lanciato un appello a superare la logica dei grandi centri per tornare all'accoglienza diffusa sul territorio. "Tendopoli e maxi assembramenti non possono essere la soluzione", diceva il primo cittadino leghista. Il sistema Sprar però, va detto, fu smantellato proprio dal leader del Carroccio, Matteo Salvini, con i decreti Sicurezza, varati nel 2018.
La visita delle due europarlamentari M5s
Ieri due eurodeputate del Movimento Cinque Stelle, Sabrina Pignedoli e Laura Ferrara, si sono recate in visita al centro, per verificare le condizioni di vita dei richiedenti asilo nella tendopoli. "Giorgia Meloni ha chiesto al ministero della Difesa di individuare in ogni Regione delle caserme dismesse da trasformare in nuovi Cpr per i migranti. Il fallimento di questa vecchia ricetta lo abbiamo visto con i nostri occhi durante il sopralluogo nell’ex caserma Zanusso, a Oderzo, in provincia di Treviso, che ospita oltre 260 migranti. Nonostante la buona volontà degli operatori e il loro impegno per mantenere dignitosi e puliti gli spazi del centro, i migranti vivono in una situazione di estremo degrado ed emarginazione", hanno poi commentato in una nota.
E ancora: "L’ex caserma doveva essere una soluzione provvisoria e invece a otto anni dalla sua apertura si è trasformata in un vero e proprio ghetto. I diritti fondamentali dei richiedenti asilo sono negati: dormono in letti a castello di fortuna ammassati uno a fianco all’altro, non esistono programmi di accoglienza diffusa, vengono esposti al rischio caporalato. Questa mancata integrazione rappresenta anche un problema di sicurezza – e della sua percezione – per gli abitanti del territorio della provincia di Treviso. Questa non è la strada giusta. Noi diciamo no alle tendopoli. No al modello Meloni di accoglienza e gestione dei migranti arrivati in Italia".
Le due europarlamentari Cinque Stelle hanno concluso ribadendo come questa non possa essere la soluzione: "L’obiettivo di Giorgia Meloni è quello di accelerare le procedure di espulsione dei migranti che provengono dai Paesi sicuri, ma senza accordi di rimpatrio queste persone vanno poi per strada con in mano un semplice foglio di via e nient’altro. Senza progetti di inclusione sarebbero facili prede della criminalità organizzata. Le proposte della destra alimentano il caos, per governare fenomeni così complessi serve la solidarietà europea: solo con i ricollocamenti negli altri Paesi riusciamo a svuotare i nostri centri coì da rendere più gestibile l’inclusione di queste persone".