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Leva militare obbligatoria, Lega e Fdi rilanciano le proposte in Parlamento: a che punto siamo

In Parlamento si torna a parlare di ripristino della leva militare obbligatoria. Alla Camera è in via di assegnazione alle commissioni parlamentari competenti una proposta della Lega, mentre è in arrivo un testo di Fdi, che prevede sei mesi di naia per ragazzi e ragazze.
A cura di Annalisa Cangemi
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Immagine di repertorio
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Come eravamo rimasti sulla leva militare obbligatoria? La proposta come sappiamo è un vecchio pallino della Lega, ma ne aveva parlato anche il ministro della Difesa Guido Crosetto (Fdi) nei mesi scorsi, anche se in termini differenti rispetto a quanto proposto dal Carroccio.

Matteo Salvini a maggio, in occasione dell'adunata degli Alpini, aveva rilanciato il progetto di una leva universale di sei mesi, e la proposta di legge poi era stata effettivamente depositata alla Camera: 6 mesi obbligatori per ragazzi e ragazze, tra i 18 e i 26 anni, "a servizio della comunità, su base regionale. È una grande forma di educazione civica, con persone che si possono dedicare al salvataggio, alla protezione civile, al pronto soccorso, alla protezione dei boschi da svolgere vicino a casa". La proposta era piaciuta molto agli Alpini, che si erano detti "favorevoli alla reintroduzione di una mini leva, anche con una componente militare che sviluppi i compiti di supporto e di logistica che sono molto importanti".

Il ministro della Difesa Crosetto però aveva spiegato che in nessun caso la proposta potrà riguardare le Forze Armate, che invece "hanno bisogno di professionalità", specificando però di essere eventualmente d'accordo con l'idea di un servizio civile.

Ora il tema del riprostino della leva militare obbligatoria torna al centro del dibattito. "Sulla proposta di legge della Lega per l'introduzione del servizio militare e civile universale territoriale il testo è stato depositato alla Camera e sta proseguendo il suo iter per l'assegnazione alle commissioni parlamentari competenti per materia", ha spiegato all'AdnKronos il deputato e capogruppo della Lega in Commissione Difesa a Montecitorio, Eugenio Zoffili, interpellato sulla sua proposta di legge a sua firma, che prevede appunto la reintroduzione del servizio di leva obbligatorio per i giovani tra i 18 e i 26 anni.

Un sondaggio dell'istituto di ricerca YouTrend per Sky TG24 sulla leva obbligatoria ha reso noto che il 47% degli italiani è favorevole alla reintroduzione, il 46% no. "La nostra proposta resta attuale", ha ribadito l'esponente leghista.

Intanto anche Fdi ha annunciato che presenterà una sua proposta per il ritorno del servizio militare obbligatorio. Il senatore di Fratelli d'Italia, Roberto Menia, vicepresidente della Commissione Affari Esteri e Difesa di Palazzo Madama lo ha confermato: "Sì – ha detto all'AdnKronos – sto proprio adesso mettendo a punto un ddl in questo senso. Certo, non penso a un ritorno a quello che è stato in passato il servizio militare (che aveva una durata di un anno ndr), ma sei mesi di naia, non solo per i ragazzi, ma anche per le ragazze, non farebbe affatto male alle giovani generazioni italiane".

Permettendo di "ridare a loro moralità, indirizzi e spingerli al rispetto delle norme, cosa che purtroppo mi pare sia oggi carente", ha sottolineato il senatore Fdi. Per Menia però non ci si deve fermare al solo compito educativo delle caserme: "Io – ha aggiunto – sto vedendo che questa cosa è all'ordine del giorno in tanti altri paesi, come per esempio in Croazia, mentre la Svizzera già prevede il ‘richiamo'".

"La nostra stessa Costituzione dice che la difesa della Patria è dovere del cittadino, e credo che il servizio militare risponda a quanto prevede appunto la Carta italiana".

Nell'idea di Menia "si tornerebbe a una visione interclassista della nostra società, dove i giovani potrebbero tornare a fare un'esperienza collettiva che di sicuro può solo fare bene". A proposito delle perplessità espresse anche dal ministero della Difesa "ci sono posizioni diverse, tra gli stessi militari", ha detto Menia, ma io dico che "bisogna lavorare su questa cosa, magari si può ripartire da proposte come la mini-naia proposta tempo fa da La Russa, pensando sempre che una volta fatto il servizio obbligatorio, chi vuole resta nelle forze armate, e si può specializzare, formandosi per acquisire quelle competenze che sono sempre più necessarie in un mondo dove ci sono tanti conflitti, anche vicino a noi".

Le proposte per il ripristino della leva militare in Parlamento

In questo momento ci sono diverse proposte che riguardano il tema. Norme che puntano a rimettere in discussione la legge Martino – governo Berlusconi-  che ha ‘sospeso' dal primo gennaio 2005 il servizio di leva obbligatorio in Italia.

In questa legislatura la proposta più recente per l'arruolamento per legge è quella presentata alla Camera il 15 maggio del 2024, a firma del deputato Eugenio Zoffili della Lega, ovvero "Istituzione del servizio militare e civile universale territoriale e delega al Governo per la sua disciplina". Il testo propone sei mesi obbligatori per ragazzi e ragazze, secondo quanto preannunciato dallo stesso Matteo Salvini al raduno degli Alpini di Vicenza, lo scorso 12 maggio.

Il testo è stato depositato alla Camera e sta proseguendo il suo iter per l'assegnazione alle commissioni parlamentari competenti per materia. Due sono le opzioni previste nella pdl: "formazione militare o impiego di tipo civile, che coinvolga per sei mesi tutti i cittadini italiani tra i 18 e i 26 anni di età". La Lega, nel testo, chiede che i sei mesi della nuova leva siano poi svolti "esclusivamente sul territorio nazionale e nella propria regione di residenza o domicilio, con priorità alla propria provincia, salvo espressa richiesta del cittadino ad essere impiegato in altri ambiti territoriali nazionali e previa disponibilità e autorizzazione dell'Autorità preposta".

E sempre alla Camera, sul tema di un ritorno al servizio militare, ma di tipo volontario, si trova in fase di assegnazione la proposta firmata da Edmondo Cirielli (Fdi). Un testo di ‘delega al Governo per l'istituzione di un Servizio nazionale militare di volontari per la mobilitazione'. Si tratta nello specifico dell'"istituzione e il funzionamento di un Servizio nazionale militare di volontari per la mobilitazione (SNM), con il compito prioritario della difesa della Patria, sancito dall'articolo 52 della Costituzione", come si legge nell'art.1.

Un sistema che quindi resta in linea con la volontarietà dell'adesione al servizio, aperto ai cittadini che "intendono concorrere alla difesa delle istituzioni, della collettività e dei beni della Patria, nel territorio nazionale e all'estero", viene spiegato nel testo di Cirielli. Iniziativa quest'ultima che ne richiama un'altra a firma leghista, sulla ‘riserva militare', depositata dal presidente della Commissione Difesa della Camera, Nino Minardo, a febbraio scorso. Una sorta di bacino di riservisti, da costituire sul modello israeliano. Una forza da mobilitare rapidamente in caso di grave minaccia per la sicurezza del Paese o di stato d'emergenza. Un mini-esercito supplementare che, secondo la proposta, potrebbe essere mobilitato dal governo sia in tempo di conflitto o di grave crisi suscettibili di ripercuotersi sulla sicurezza dello Stato, sia per la difesa dei confini nazionali, sia in caso di dichiarazione dello stato di emergenza di rilievo nazionale da parte del Consiglio dei ministri.

È lo stesso Minardo a esprimere appunto perplessità sul vecchio modello della leva militare obbligatoria.  "Io credo sia arrivato il momento di pensare a modelli nuovi che sappiano coniugare formazione e professionalità. In questo senso va la costruzione di una consistente riserva militare a cui aggiungerei un miglioramento del rapporto tra scuola pubblica e Forze Armate perché abbiamo la necessità di presentare meglio ai nostri giovani la scelta della vita militare".

"La leva obbligatoria è un modello – ha detto ancora Minardo – che nel passato ha avuto la sua indubbia utilità, la domanda però oggi è se sia ancora il percorso più utile e più adatto a rispondere alle necessità delle nostre Forze Armate" perché "se da un lato a favore del modello della coscrizione obbligatoria c'è un'esperienza collaudata e anche diffusa a livello europeo dall'altra non possiamo sottovalutare l'impatto che avrebbe in termini di costi per lo Stato e di impegno per le nostre Forze Armate la reintroduzione della leva".

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