L’Europa resta debole sul conflitto a Gaza: chiesta solo una “pausa umanitaria” a Israele
Mentre il segretario generale delle Nazioni Unite sollecita con fermezza un immediato cessate il fuoco a Gaza, il Consiglio europeo chiede una "pausa umanitaria" per far arrivare tutti gli aiuti necessari alla popolazione bloccata nella Striscia, che rimane completamente assediata. Delle parole, quelle dei leader europei, che racchiudono profonde divisioni sulla posizione da tenere di fronte a quanto sta accadendo in Medio Oriente e che sono state giudicate troppo deboli da diversi Paesi arabi.
Nelle loro conclusioni i capi di Stato e di governo dell'Unione europea, riuniti per un vertice di due giorni a Bruxelles, hanno condannato "con la massima fermezza Hamas per i suoi attacchi terroristici brutali e indiscriminati", sottolinenando come siano state commesse "atrocità particolarmente deplorevoli". Allo stesso tempo hanno ribadito "con forza il diritto di Israele di difendersi in linea con il diritto internazionale e il diritto internazionale umanitario". Su quanto stia accadendo nella Striscia di Gaza, però, dove i civili continuano a morire sotto i bombardamenti di Tel Aviv, si sono limitati a ricordare "l'importanza di garantire, in ogni momento, la protezione di tutti i civili in linea con il diritto internazionale umanitario", affermando poi di "deplorare ogni perdita di vita umana tra la popolazione civile". Il Consiglio Ue, senza mai menzionare l'azione militare israeliana, ha espresso "la più profonda preoccupazione per il deterioramento della situazione umanitaria a Gaza e chiede di assicurare un accesso umanitario continuo, rapido, sicuro e senza restrizioni nonché l'arrivo degli aiuti ai bisognosi attraverso tutte le misure necessarie, compresi pause e corridoi umanitari per le esigenze umanitarie".
Abdalrahim Alfarra, capo missione palestinese in Ue, ha denunciato: "L’incapacità dell'Ue di opporsi fortemente alle aggressioni contro i civili, o di sostenere fermamente la fine delle ostilità, contrasta nettamente con il suo dichiarato impegno per la pace e la giustizia". L'esitazione di Bruxelles di fronte a quanto sta accadendo – così come il mancato appello per un cessate il fuoco – è una profonda delusione, ha aggiunto l'ambasciatore. Chiedendo quindi all'Ue se ha intenzione di rimanere divisa, risultando passiva, davanti a tante atrocità.
Anche la presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni, ha ammesso che, su quanto sta accadendo in Medio Oriente, una posizione comune dell'Europa non ci sia. "Le divisioni interne che sono state palesi nei primi giorni della crisi tra i vertici delle istituzioni europee non hanno giovato al ruolo dell'Europa in questa fase", ha detto durante un punto stampa.
È pressoché impossibile non notare le differenze con i vertici del Consiglio europeo seguiti all'invasione russa dell'Ucraina. Nemmeno 48 ore dopo l'annuncio dell'operazione militare da parte di Vladimir Putin, il Consiglio Ue si era riunito in via straordinario e unitariamente aveva espresso la sua condanna a Mosca.
Nelle conclusioni del 24 febbraio 2022 si leggeva:
Il Consiglio europeo ha condannato con la massima fermezza l'aggressione militare senza precedenti della Russia nei confronti dell'Ucraina e ha espresso piena unità con i partner internazionali e piena solidarietà con l'Ucraina e la sua popolazione.
Oggi questa unità – almeno per quanto riguarda la tutela della popolazione palestinese – manca. Alcuni Paesi, come la Spagna, hanno chiesto una presa di posizione più forte per fermare i bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, che sono costati la vita a moltissimi civili; altri però, come la Germania, insistono per formule diverse che non mettano in discussione le azioni di Israele. E in queste differenze, la posizione europea sul conflitto in Medio Oriente resta debole.
Le divisioni non riguardano solo l'Europa. Mentre il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, ha chiesto un immediato cessate il fuoco, condannando le "chiare violazioni del diritto umanitario internazionale" a Gaza. Pur non nominando esplicitamente Israele, al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ha detto:
Sono profondamente preoccupato per le evidenti violazioni del diritto internazionale umanitario a cui stiamo assistendo a Gaza. Vorrei essere chiaro: nessuna parte in un conflitto armato è al di sopra del diritto internazionale umanitario.
Proprio in sede di Consiglio di Sicurezza, però, gli Stati Uniti non hanno sostenuto l'appello al cessate il fuoco – a cui hanno aderito invece Russia e Cina – chiedendo, al pari della Ue, una "pausa umanitaria".