L’Europa comprerà gas naturale dagli Usa per ridurre la dipendenza dalla Russia
AGGIORNAMENTO: L'Europa ha intenzione di diminuire la dipendenza dal gas russo, acquistando quello americano. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha annunciato oggi un aumento delle spedizioni di gas naturale liquefatto all'Europa, elemento cardine di una strategia di lungo respiro per aiutare l'Europa in questo difficile passaggio.
"Aiuteremo l'Ue a ridurre la sua dipendenza dal gas russo il prima possibile. Per questo gli Usa con i suoi partner internazionali lavoreranno per garantire 15 miliardi di metri cubi di Gnl quest'anno e per assicurarne 50 entro il 2030", ha detto il presidente Usa, in una dichiarazione congiunta alla stampa con la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. "Lavoreremo insieme per ridurre la dipendenza dall'energia russa. Putin usa la sua energia per manipolare i suoi vicini e per alimentare la guerra. Per questo ho annunciato all'inizio di questo mese che vieteremo l'import dell'energia russa, per chiarire che gli statunitensi non finanzieranno la guerra. Ma so bene che noi abbiamo potuto farlo perché gli Usa sono un esportatore netto di energia con una forte industria nazionale".
Biden è oggi atteso in Polonia per l'ultima tappa della sua trasferta di quattro giorni con la quale punta a ribadire l'unità tra gli alleati a sostegno dell'Ucraina. Nel Paese dell'Est europeo il presidente americano incontrerà le truppe statunitensi e riceverà un briefing sulla risposta umanitaria ai rifugiati in uscita dall'Ucraina.
Prima di partire per Varsavia il presidente Usa ha avuto un incontro con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Le forniture di Gnl dagli Usa andrebbero verso l'obiettivo, fissato dall'Ue questo mese, di sostituire i 50 miliardi di metri cubi di gas attualmente forniti dalla Russia con commesse alternative.
La decisione dell'inquilino della Casa Bianca si colloca nel solco degli accordi presi ieri nel vertice straordinario della Nato, quando i Paesi dell'Alleanza hanno impostato appunto un piano di reciproca assistenza con meccanismi di solidarietà, per affrontare lo shock di un'eventuale interruzione delle forniture energetiche dalla Russia, che potrebbe colpire maggiormente Paesi come l'Italia o la Germania.
Anche il Canada potrebbe correre in aiuto delle forze occidentali. Il Paese ha la capacità di aumentare le esportazioni di petrolio e gas di 300mila barili di petrolio al giorno entro la fine di quest'anno, ha assicurato ieri il ministro alle Risorse naturali Jonathan Wilkinson, secondo quanto riferisce la BBC. Secondo Wilkinson, il Canada potrebbe aumentare l'export di 200mila barili di petrolio al giorno e dell'equivalente di 100mila barili al giorno di gas per aiutare i paesi europei ad abbassare la loro dipendenza dall'energia russa. Il Canada sta anche cercando di attivare esportazioni di gas naturale liquefatto (Gnl), che attualmente non fornisce. "I nostri amici europei e alleati – ha spiegato – hanno bisogno del Canada e di altri per stare in piedi. Ci dicono che hanno bisogno del nostro aiuto per rinunciare al petrolio e gas russo mentre accelerano la transizione energetica nel continente".
I leader europei hanno inoltre fatto fronte comune contro la minaccia del presidente Vladimir Putin di far pagare d'ora in poi alle nazioni considerate ostili le esportazioni russe di gas naturale esclusivamente in rubli. Diversi leader hanno detto che sarebbe una grave violazione dei loro contratti. Dal cancelliere tedesco Olaf Scholz al primo ministro italiano Mario Draghi, hanno respinto nettamente tali richieste. Secondo gli economisti una tale mossa sembra progettata per cercare di rafforzare la valuta russa, che dall'inizio dell'anno ha già perso oltre il 20% di suo valore, ed è crollata da quando la Russia ha invaso l'Ucraina e i paesi occidentali hanno risposto con sanzioni economiche contro Mosca.
Secondo quanto riporta la BBC la Russia potrebbe accettare i Bitcoin da alcuni Paesi come pagamento per le forniture di petrolio e gas. Il capo della commissione per l'energia della Duma, Pavel Zavalny ha fatto sapere che Paesi "amici" possono anche essere autorizzati a pagare nelle loro valute locali e ha menzionato la Cina e la Turchia tra i Paesi "non coinvolti nella pressione delle sanzioni".