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L’Eurogruppo si riunisce a Bruxelles e discute del futuro del Mes dopo la bocciatura dell’Italia

L’Eurogruppo si è riunito oggi a Bruxelles per discutere, tra le altre cose, di cosa fare con la riforma del Mes ora che l’Italia ha ufficialmente bocciato la ratifica della riforma. “Attendiamo un aggiornamento dal ministro Giorgetti”, ha detto il presidente del vertice.
A cura di Annalisa Girardi
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Grande rammarico per la decisione dell'Italia sul Mes, ma si tratta di una scelta legittima. È questa, in buona sostanza, la posizione che il commissario per gli Affari economici, Paolo Gentiloni, ha espresso all'apertura dei lavori del primo Eurogruppo del 2024. Un vertice in cui il nostro Paese dovrà spiegare agli altri Stati membri perché ha bocciato la riforma del Meccanismo europeo di stabilità, creando uno stallo nell'intera Eurozona. "Certamente c'è rammarico per la decisione sul Mes, ma il Parlamento è sovrano – ha sottolineato l'ex presidente del Consiglio – Penso che però il rammarico debba tradursi anche nella spinta per trovare il modo per risolvere questa questione, perché non possiamo evitare una possibilità di utilizzo di queste risorse che peraltro è sostenuta dalla quasi totalità dei Paesi".

Gentiloni ha concluso riassumendo: "Quindi, rispetto per le decisioni del Parlamento, rammarico e volontà di andare avanti".

L'Eurogruppo riunito oggi dovrà fare il punto su come procedere ora che l'Italia ha ufficialmente bocciato la riforma. Una discussione che proseguirà allargata all'Ecofin di domani. Il ministro dell'Economia, che non ha mai nascosto una posizione più morbida rispetto a quella del suo partito sul Mes, è a Bruxelles. E con ogni probabilità dovrà spiegare quanto accaduto ai suoi omologhi. Il presidente dell'Eurogruppo, Paschal Donohoe, arrivando alla riunione ha detto che la ratifica della riforma del Mes sia "all'ordine del giorno, attendiamo un aggiornamento del ministro Giorgetti in merito al voto avvenuto al Parlamento italiano". E ancora: "Gli chiederemo di aggiornare gli altri ministri sulla situazione".

Rispondendo poi ai cronisti che gli chiedevano se ritenesse la decisione del Parlamento italiano prettamente politica e se pensasse che ci fosse margine per un nuovo voto da parte dell'Italia dopo le elezioni europee, Donohoe ha sottolineato che si tratta di una scelta che riguarda il governo e le Camere italiane e che non spetta all'Europa prendere. Infine ha concluso: "Rispettiamo la decisione presa, altri 19 parlamenti hanno ratificato il trattato".

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