L’Eurogruppo all’Italia: “Servono più dati e misure: le regole sono regole, i conti devono tornare”
L'Eurogruppo si è riunito ieri in Lussemburgo per accordare il bilancio della zona euro. I 18 ministri delle Finanze hanno però anche discusso del caso italiano, aprendo al dialogo ma lanciando al tempo stesso un ultimatum e chiedendo fermamente che vengano varate le misure necessarie per stabilizzare la situazione economica nel Paese. Mario Centeno, presidente dell'Eurogruppo, ha affermato: "Abbiamo ascoltato le proposte della Commissione europea sull'Italia e sosteniamo la richiesta di prendere le misure necessarie per rispettare le regole di bilancio". Non bastano più quindi le rassicurazioni di Roma per cui l'economia sta andando bene e presto anche i numeri lo dimostreranno: "Accolgo con favore gli impegni di Tria e Conte, so che agiscono in buona fede e con buona volontà per un accordo, ma ci servono più dati, più impegni, fatti e misure necessarie, perché alla fine le regole sono regole e i conti devono tornare", ha detto il commissario Ue agli affari economici, Pierre Moscovici, aggiungendo che "la porta è ancora aperta". La posizione Ue però è ormai comunemente accettata: una procedura è giustificata. "Vogliamo evitarla, ma per farlo dobbiamo assicurare che le regole siano rispettate nel 2019 e 2020. È in questo spirito che dobbiamo avere scambi con le autorità italiane", ha continuato Moscovici ringraziando Centeno per aver espresso sostegno alla valutazione dell'esecutivo Ue.
Le dichiarazioni di Valdis Dombrovskis e Giovanni Tria
Il ministro dell'Economia Giovanni Tria, entrando in riunione, ha detto che anticiperà i programmi del governo per questo e per il prossimo anno ma, "l'unico problema è che poiché siamo a metà anno non ci saranno documenti nuovi da far uscire, dobbiamo dimostrare quello che stiamo facendo". Il ministro ha anche incontrato il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis, che a sua volta ha ripetuto la linea di Bruxelles, affermando che serva "una correzione sostanziale della traiettoria di bilancio, sia per il 2019 che per il 2020". Le parole di Dombrovskis non lasciano spazio a molte interpretazioni: quello a cui sta facendo riferimento il numero due della Commissione è una manovra correttiva entro l'anno e un cambio direzionale repentino nella gestione dei conti pubblici. Ma le autorità italiane continuano a ripetere il contrario, affermando senza sosta che non ci sarà nessuna manovra correttiva e che non si taglieranno i fondi per le misure cardine del governo gialloverde.
"Ora sta all'Italia portare alcuni elementi addizionali di cui tenere conto prima di procedere a altri passi procedurali, ma quello che conta è che debito e deficit vengano messi chiaramente su una traiettoria di discesa", ha aggiunto Dombrovskis, sottolineando che sia compito della Commissione assicurare stabilità finanziaria negli Stati membri: "per questo è importante che anche in Italia i conti vengano messi su un percorso sostenibile, il debito deve calare e non salire". Questa la sostanza della discussione con le autorità italiane, ha quindi concluso il vicepresidente dell'esecutivo Ue: "Ciò aiuterà anche a rafforzare la fiducia, a ridurre il servizio del debito e a recuperare la dinamicità nella crescita in Italia".
Rispondendo alle domande che chiedevano se alla Ue basterà quanto promesso, Tria ha confermato la necessità di "raggiungere il deficit indicato", riferendosi a una riduzione di 0,2 punti, "che è anche compensativo sul mancato raggiungimento dell'obiettivo nel 2018". Definendo i minibot una cattiva idea, ma definendosi ottimista per quanto riguarda l'esito dei negoziati, il ministro ha spiegato che bisognerà fornire cifre e dati in più, rassicurando che saranno pronti per la fine di luglio. "Porto dati, non chiacchiere", ha detto, specificando che al momento si stanno registrando maggiori entrate. "Non è un problema di nuove misure o no, quello è l'obiettivo, noi pensiamo che lo raggiungiamo senza variazioni legislative", ha continuato Tria.