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L’eurodeputata leghista critica Salvini: “Nel partito decide tutto lui. Vannacci? Scelta non condivisa”

L’eurodeputata della Lega Gianna Gancia non risparmia le critiche nei confronti del partito e del suo leader Matteo Salvini. “Nel congresso ormai non si discute più nulla. C’è un problema di identità”. Dura anche sulla candidatura del generale Vannacci: “Una delle tante mortificazioni del partito”.
A cura di Giulia Casula
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Matteo Salvini

Nuovi malumori agitano il Carroccio. Dopo la lettera dei militanti leghisti insoddisfatti dell'alleanza con gli estremisti di Afd e della candidatura del generale Roberto Vannacci, anche l'eurodeputata uscente Gianna Gancia non risparmia le critiche nei confronti del partito e del suo leader Matteo Salvini. 

"Per cinque anni abbiamo dovuto subire l'umiliazione di rimanere in un gruppo insieme con gli eredi non rinnegati del nazismo. E non nascondo di essere stata molto male per tutto questo tempo. Finalmente potremo assistere a un cambio di percorso positivo", dice l'eurodeputata commentando la cacciata di Alternativ fur Deutschland da Identità e democrazia, la famiglia europea di cui fanno parte la Lega e Rassemblement National, il partito di Marine Le Pen. Una decisione arrivata troppo tardi secondo l'europarlamentare. "Non dovevamo neanche essere in gruppo con loro, ma dal primo giorno. Appena arrivata al Parlamento europeo e ho capito chi erano i nostri alleati ho subito chiamato i dirigenti per spiegare che stavamo con l'estrema destra. Un gruppo che tradiva la nostra storia".

Tuttavia dai dirigenti del partito, racconta Gancia, la considerazione è stata poca. "Spiace solo che la Lega ci sia arrivata a seguito della Le Pen. Io mi sono opposta fin da subito alla deriva estremista", prosegue intervistata da La Stampa. "Alleandoci con loro è calato su di noi un cordone sanitario, serio e forse anche giusto, per bocciare qualsiasi nostra proposta". E sulla possibilità di rivedere anche l'alleanza con Le Pen, Gancia auspica a una discussione interna "questa volta possibilmente nella sede giusta, che è il consiglio federale della Lega. Dove ormai non viene più discusso nulla. Che lo decida tutto il movimento, con gli eletti al congresso, i ministri e i governatori. Non solo Salvini".

Per la leghista nel partito "c'è un problema di identità nonostante nessuno lo dica apertamente. Abbiamo annacquato i messaggi del federalismo, della libertà, della difesa dell'impresa, del sindacato del territorio. E nel frattempo non abbiamo capito dove stiamo andando". Dura anche la critica sulla candidatura del generale Roberto Vannacci, che corre come capolista al Centro e al Sud. "Un'altra scelta non condivisa, voluta da Salvini per prendere voti. Vannacci resta un volto triste della nostra società, che non propone nulla. Non si capisce perché una persona di questo tipo debba rappresentare la Lega in tutte le circoscrizioni". Ma per l'eurodeputata quella del generale del Mondo al contrario è solo una delle ultime ragioni di malcontento per ciò che accade in Via Bellerio. "Le mortificazioni sono arrivate ben prima. Vannacci è solo una delle tante. Già a Firenze quando ci siamo presentati con tutti gli estremisti non è stato un bell'esperimento", conclude.

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