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Lettera di Renzi a Meloni: “Segreto di Stato per vicenda autogrill, ma nessuna trasparenza su Almasri e Paragon”

Nel suo libro L’influencer, Matteo Renzi indirizza una lettera a Giorgia Meloni, chiedendo la rimozione del segreto di Stato sulla “vicenda autogrill” e ponendo domande sulle azioni del governo riguardo ad Almasri e Paragon. “Ho già dato mandato di farlo”, ha risposto la premier.
A cura di Francesca Moriero
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Nel libro L'influencer, Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ha deciso di rivolgersi direttamente alla premier Giorgia Meloni con una lettera che esprime diverse richieste, a partire da una in particolare che riguarda il "segreto di Stato" sulla cosiddetta "vicenda autogrill". Il 23 dicembre 2020, Renzi aveva incontrato infatti l'agente dei servizi segreti Marco Mancini in una piazzola di sosta a Fiano Romano, in piena crisi di governo, proprio mentre accusava Conte di tenere per sé le deleghe ai servizi segreti, e la circostanza aveva sollevato più di qualche interrogativo: secondo Renzi, la vicenda dovrebbe essere certamente chiarita, e per farlo chiede alla stessa Meloni di togliere il segreto di Stato che grava sull'incontro. La risposta della premier, scritta di suo pugno e pubblicata sui social da Renzi, è stata breve ma decisa: "Ho già dato mandato di farlo", firmato "G", come si può ben vedere dalla stessa fotografia postata dal segretario Italia Viva su X (ex Twitter).

Così, in un passaggio del suo libro, Renzi commenta l'accaduto, esprimendo l'attesa di vedere se Meloni manterrà la promessa, ponendo l'accento proprio sulla gravità dell'uso del segreto di Stato in un contesto che lui definisce "banalissimo".

La vicenda Almasri e il caso Paragon

La lettera di Renzi non sarebbe un semplice gesto istituzionale, ma un atto carico di sottile provocazione: il segretario di Italia Viva, infatti, contrappone la "ridicola" riservatezza che circonda il suo incontro con Mancini a eventi ben più gravi e misteriosi che coinvolgono direttamente il governo italiano. In particolare, Renzi cita due situazioni che, a suo avviso, richiedono una maggiore trasparenza: il rimpatrio del criminale libico Almasri e l'uso del potente spyware Paragon contro giornalisti, come il caso del direttore di Fanpage Francesco Cancellato, e attivisti, come Luca Casarini della Ong Mediterranea. Secondo Renzi, la vicenda Paragon è sintomatica di un atteggiamento del governo che lascia troppe ombre su come vengono gestiti strumenti di sorveglianza e controllo, senza che l'opinione pubblica abbia una piena comprensione degli abusi. Nel passaggio successivo del libro, Renzi non si limita quindi a sollevare dubbi solo sulle azioni del governo, ma lancia anche una sfida diretta alla stessa premier. Facendo riferimento alla frase che Meloni ripete frequentemente riguardo alla sua presunta "non ricattabilità", Renzi le risponde, chiedendole di dimostrare "coraggio". Il leader di Italia Viva invita infatti la Presidente del Consiglio a venire in aula e spiegare in modo chiaro e pubblico che cosa ha fatto riguardo alla vicenda di Almasri e come mai Paragon è stato utilizzato in modo così discutibile.

In un parallelo con la figura di Aldo Moro, Renzi sottolinea poi come la verità debba sempre essere portata alla luce, senza timori o esitazioni, suggerendo che Meloni debba fare altrettanto per dissipare ogni dubbio sulle sue azioni.

La critica del leader di Italia Viva è dunque chiara: mentre su questioni, considerate da Renzi, di poco conto, come quella dell'autogrill viene imposto il segreto di Stato, su eventi molto più rilevanti, secondo lui, non vi è invece alcuna spiegazione da parte del governo. "Non vedo l'ora", ha commentato ancora il segretario di Iv, "finalmente capiremo chi dice bugie e chi racconta la verità. Il segreto di Stato e una cosa seria, non si usa per l'autogrill".

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