Lettera di due studentesse multate di 4mila euro “per il decreto sicurezza”
Elena e Margherita sono due studentesse di 17 e 18 anni, che vivono a Montopoli Valdarno e Sesto Fiorentino e studiano a Firenze. Lo scorso 16 ottobre hanno partecipato alla manifestazione di protesta davanti alla Tintoria Superlativa di Prato voluta dai operai in collaborazione col sindacato Si Cobas per chiedere il rispetto dei propri diritti. Per questo hanno ricevuto una multa di 4.000 euro per blocco stradale: si tratta della prima applicazione a livello nazionale di una norma contenuta nel Decreto sicurezza voluto dall’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini.
"Siamo Elena e Margherita – scrivono – Ogni mattina, come tutti i nostri coetanei, ci alziamo e andiamo a scuola, il pomeriggio studiamo e passiamo il tempo libero con gli amici. Siamo due ragazze normalissime, che però qualche giorno fa si sono viste recapitare a casa una multa di 4000 euro. Si può immaginare la sorpresa all’apertura della busta, ma niente rispetto allo sgomento che abbiamo provato scorrendo le righe dell’ammenda. In breve siamo accusate, insieme ad altri 21 operai, di blocco stradale e grazie al decreto sicurezza voluto l’anno scorso da Matteo Salvini adesso verremo punite per il pericolosissimo reato di solidarietà".
"La mattina del 16 ottobre – spiegano Elena e Margherita – abbiamo letto dell’investimento di una sindacalista davanti alla fabbrica, i cui operai da mesi sono in sciopero perché non vengono pagati. Quella mattina abbiamo deciso di prendere il treno e andare pure noi davanti a quei cancelli, con il semplice intento di manifestare la nostra vicinanza tanto agli operai quanto alla sindacalista ferita. Non ci sembrava che chiedere il rispetto di un contratto potesse essere in un qualche modo criminale, ma le multe che sono state recapitate due mesi più tardi a noi e ad altri 21 operai questo farebbero pensare".
Le due ragazze hanno manifestato anche a nome di Iniziativa antagonista metropolitana e criticano il Decreto sicurezza dell'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini: "Non ci piacciono le sue parole di odio – scrivono – e come giovani ci sentiamo doppiamente attaccati dalle sue politiche perché il Paese che vorrebbe costruire è quello che, un giorno, erediteremo noi. Come è possibile che quando abbiamo semplicemente deciso di mettere in pratica il nostro pensiero critico ci siamo poi ritrovate con un’ammenda di 4.000 euro?".