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Inchiesta P4

Lettera di Alfonso Papa dal carcere: i pm di Napoli vogliono usarmi contro Berlusconi

Il parlamentare del Pdl coinvolto nell’inchiesta sulla P4 ha consegnato al deputato Moffa, in visita a Poggioreale, una missiva in cui accusa Woodcock di volergli estorcere false confessioni per incastrare il Premier.
A cura di Antonio Palma
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Il parlamentare del Pdl coinvolto nell’inchiesta sulla P4 ha consegnato al deputato Moffa, in visita a Poggioreale, una missiva in cui accusa Woodcock di volergli estorcere false confessioni per incastrare il Premier.
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Sembra che il parlamentare Alfonso Papa, in carcere a Napoli perché coinvolto nell’inchiesta sulla P4, non se la passi tanto bene. A darne notizia è stato il capogruppo alla Camera di Popolo e Territorio, Silvano Moffa, che ieri insieme ad altri tre parlamentari del suo partito, Arturo Iannaccone, Vincenzo D'Anna e Giancarlo Lehner, si è recato in visita dall’ex magistrato nel carcere di Poggioreale a Napoli.

Si sa la vita carceraria non è proprio simile a quella di un parlamentare e a Papa la permanenza nella casa circondariale starebbe deteriorando il fisico. Secondo il racconto di Moffa, il parlamentare del Pdl “non esce per l'ora d'aria e ha perso dieci chili” trasformandosi in un fantasma. Per Moffa, Papa sarebbe addirittura un “prigioniero politico” detenuto per motivi “inaccettabili” e che, dopo il voto a favore del suo arresto in Aula, è costretto a vivere rinchiuso in cella. Inoltre dalla conferenza stampa indetta dai tre colleghi di Papa emerge un’altra sconcertante notizia: Papa sarebbe stato vittima di ricatti da parte dei Pm che lo indagano.

L’ex magistrato ha scritto a Moffa una lettera nella quale racconta l’episodio in cui il pm di Napoli Woodcock avrebbe tentato di farlo parlare in cambio della promessa della scarcerazione. “Mi ha fatto sapere che sarebbe disponibile a farmi scarcerare a patto che ammetta almeno uno degli addebiti mossimi e renda dichiarazioni su Berlusconi e Lavitola, o almeno su Finmeccanica” è il racconto del parlamentare in carcere, che ha annunciato anche la volontà di presentare un esposto alla Procura di Roma. Le parole di Papa sono chiare, “estorsioni, queste sì, vere e proprie nei confronti di un parlamentare sottoposto a custodia cautelare, presunto innocente”, ribadendo che i giudici vogliono solo “barattare la libertà con compiacenti confessioni di cose false”.

Insomma secondo la ricostruzione fatta da Papa, i Pm di Napoli starebbero cercando di incastrare Berlusconi tramite false accuse estorte ad un parlamentare, arrestato appositamente. Sempre secondo Papa, i giudici per farlo parlare avrebbero deciso di fargli affrontare il processo ancora in cella con la scusa che, essendo parlamentare, potrebbe inquinare le prove in caso di scarcerazione. La prima udienza del processo è prevista per il 26 ottobre e Papa dovrà difendersi tra le altre cose dalle accuse di associazione a delinquere, corruzione e rivelazione di segreto d'ufficio insieme all’altro accusato, Luigi Bisignani.

Papa, non ce la fa più a restare dietro le sbarre e, dopo che l’ennesima richiesta di scarcerazione è stata respinta dal giudice, fa appello ai suoi colleghi e amici parlamentari. Quelli di Popolo e Territorio hanno già risposto e si preparano ad una mozione parlamentare per discutere del caso Papa in Aula dopo il “vergognoso voto del 20 luglio”. Lapidario, invece, il commento del Procuratore capo di Napoli, Lepore, che interpellato dai giornalisti ha detto “questa lettera, se è vera, non merita commenti”.

La conferenza stampa di Moffa

Il parlamentare al quale Papa ha affidato una lettera in cui lancia le sue accuse, lamenta le condizioni fisiche in cui è ridotto l'ex magistrato

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