Ritorno a Camelot 2016 è la manifestazione settembrina degli Skinheads di estrema destra. La manifestazione dei "camerati", per usare la loro parola preferita.
Una manifestazione "inondata da fiumi di birra", sempre per citarli. E quelli in foto sono i loro figli. Quattordici bambini e bambine. Ed è a loro che mi rivolgo.
Cari bambini e bambine, ragazzi e ragazze,
vorrei dirvelo chiaramente: siete belli anche se i vostri volti non si vedono. Siete belli perché la giovinezza giocherà la sua partita dalla vostra parte ancora per qualche anno. Siete belli perché alcuni di voi, sicuramente, non vedono l'ora di andare al cinema per il terzo episodio dell'era glaciale 3, oppure avete un diario segreto e ascoltate De André, che però ai vostri genitori non potete dirlo, e allora lo scrivete nel diario segreto.
Siete belli perché siete convinti delle frasi che sentite, ma non poi così tanto convinti. Avete qualche concetto legato alla paura, ma qualcosa non vi torna. Posso capirlo. Perché il mondo che frequentate a scuola è già un mondo con tanti colori, c'è chi è tutto bianco, chi è tutto nero, chi ha una mamma nera e un babbo bianco. Chi lo chiama babbo e chi papà, chi "dad" e chi "爸". E non è tanto strano.
Voi siete belli perché avete già sentito, camminando per strada, odori diversi. Probabilmente qualche vostro compagno di scuola porta la frittata per merenda e non la chiama frittata, ma a voi non sembra così strano, e magari un giorno gli avete chiesto "mi dai un morsino per assaggiare?" e probabilmente vi è piaciuta.
O forse no. Ma non capite perché lui sia da considerarsi "diverso" se a lui piace una merenda e a voi un'altra.
E non vi sembra strano perché siete belli, ve l'ho detto, e siete giovani, e perché siete nati in un mondo migliore delle vostre mura di casa e di Camelot.
Siete belli perché nonostante un gesto brutto voi non siete quel gesto. Non pensatelo minimamente.
Siete belli perché, così giovani, avete la possibilità di rimettere nell'armadio della storia quel braccio teso e ciò che rappresenta.
Quel braccio rappresenta bambini e ragazzi come voi che improvvisamente non sono più potuti andare a scuola perché il loro cognome aveva delle lettere che non piacevano a quelli che avevano inventato il braccio teso. Quel braccio teso significa tanti papà sequestrati e picchiati, e poi rilasciati, perché tornassero a casa e i bambini come voi vedessero il loro papà con le labbra gonfie, gli occhi tumefatti, zoppicare.
Quel braccio teso significa che i giornali non avevano la libertà di scrivere di suicidi o cronaca nera, per questo sembrava che tutto andasse bene.
Quel braccio teso significa che siamo stati gli alleati più fedeli del nazismo e di Hitler.
Quel braccio teso significano due bambini, Velio e Vilma, e migliaia di altri, ma per me soprattutto Velio e Vilma, i compagni di banco di Enio Mancini, testimone della strage di Sant'Anna di Stazzema; la strage dove i fascisti accompagnarono i nazisti al villaggio e tutti insieme fecero delle cose che voi bambini, e Velio e Vilma, non dovreste mai vedere.
E' per loro che vi ho scritto, cari bambini e ragazze, ragazzi, che oggi ripenserete al vostro braccio teso e non ne sarete fieri.
Non condannatevi, è normale. Non si diventa consapevoli in un giorno, o leoni in una stagione. Ci vuole tempo. Io sono nato in una famiglia che non mi ha chiesto di alzare un braccio, altrimenti lo avrei fatto, per non essere meno di quello accanto. Non è colpa tua, ragazzo, se a te è toccata la prova più difficile.
Il mondo che ti aspetta è migliore di quello che hai visto a Camelot, non giudicare una casa dal ripostiglio.
Voi crescerete, bambini miei, e viaggerete. Vedrete posti, profumi, persone diverse, e la maggioranza di queste persone saranno migliori di quelle che avrete incrociato in quei giorni di manifestazione skinheads. Crescete più in fretta che potete, è l'unico consiglio che mi sento di darvi.
Leggete libri, fate pic-nic, amate chi vi pare.
Nessuna nuvola potrà far sparire l'orizzonte. E non sarà qualche ombrello a fermare i raggi del sole.
Vi voglio bene, bambini.