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Lettera a un bambino profugo appena arrivato dall’Ucraina

Bambino, ti accogliamo perché è la cosa più giusta da fare, e sarebbe da fare sempre.
A cura di Saverio Tommasi
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Profughi dall'Ucraina
Profughi dall'Ucraina

Scrivo questa lettera a te che hai cinque anni, oppure sette, o magari appena due e in questi giorni sei arrivato (o arrivata) in Italia dall'Ucraina.

Scrivo questa lettera a te, che parli una lingua diversa dalla mia, anche se probabilmente questa lettera non la leggerai mai, stavi appena imparando a leggere in ucraino quando delle macchine corazzate hanno invaso il tuo Paese; e poi hanno iniziato a piovere dal cielo delle enormi gocce di metallo che a contatto con il suolo scoppiavano; e poi sei fuggito.

Bambino, ti scrivo questa lettera anche se probabilmente non la riceverai direttamente nelle tue mani, ma te la scrivo perché non pongo limiti alla possibilità delle parole di irradiarsi, o di essere tradotte, e alla capacità dei sentimenti scatenati di raggiungerti comunque dopo, in un modo o nell'altro.

Un milione di bambini come te sono scappati dall'Ucraina in meno di due settimane, ed è una crisi di rifugiati che non avevamo mai affrontato con questa velocità e portata. E' una buia prima volta nella storia, come ha ricordato l'Unicef.

Bambino, quanti anni hai?
Sei arrivato in Italia imbacuccato come se andassi a sciare, invece scappavi dalla guerra.
Sei infagottato perché nevica, in questo momento, in diverse parti dell'Ucraina, e prima di fuggire dalla guerra ti hanno messo addosso i vestiti migliori, come per andare a una festa, che in fondo la salvezza è un evento da celebrare.

Bambino, oggi sei con i tuoi vestiti più belli, i più pesanti, perché erano quelli che i tuoi genitori non hanno voluto lasciare nella tua casa che potrebbe essere bombardata presto.
No, questo no, scherzavo. Scusami. Talvolta gli adulti si lasciano sfuggire frasi sciocche e senza alcuna attinenza con la realtà, tu non fare caso a tutto quello che dico.

Bambino, sei arrivato con i tuoi vestiti migliori perché è un modo per procrastinare la comprensione della guerra, e poterti raccontare ancora per un po' che non è niente di lungo o di così grave, perché in nessun brutto luogo si può andare vestiti a festa.

Bambino, in Italia incontrerai persone che muovono molto le braccia mentre parlano, siamo fatti così, non ti spaventare, è il nostro modo di comunicare. Vorremmo disegnare un mondo davanti mentre parliamo, oppure indichiamo al commesso i gusti del gelato da mettere sopra il nostro cono.
In Italia abbiamo il gelato, il più buono del mondo. Visto che sei qua, vale la pena assaggiarlo. Poi ti daremo la ricetta prima di tornare a casa, mi raccomando però non fare come in quei Paesi a cui abbiamo insegnato a fare la pizza e loro ci mettono sopra l'ananas.

In Italia incontrerai bambini e bambine della tua età, le procedure per essere inseriti a scuola sono piuttosto veloci, inizierete presto. All'inizio vi intenderete con il linguaggio vostro, quello dei bambini e dell'amore, poi qualche parolina la imparerete, e anche i vostri compagni impareranno a dire "grazie" e "ciao" in ucraino, sono sicuro. Anzi: insegnateglielo voi, saranno felici.

Sono sicuro che le vostre insegnanti non vi interrogheranno per diversi giorni, non temete. Non sarete mai voi a meritare brutti voti, ma gli adulti che scatenano i conflitti.

I bambini italiani urlano molto, e anche io che bambino non sono più, a dire la verità. Qui in Italia abbiamo quasi tutti la voce con il volume impostato in alto, non vi spaventate, siamo fatti così. Muoviamo le braccia, parliamo ad alta voce e ci innamoriamo di personaggi politici assurdi. Siamo zeppi di difetti, ma questa volta – con voi – il popolo italiano sta praticando abbastanza bene la parola "accoglienza". L'abbiamo cancellata dal nostro vocabolario per molto tempo, mentre avremmo dovuto epurare la parola "guerra" sotto la definizione di "opzione".

Bambino, non posso dirti quanto tempo starai qui, non posso dirti quando ritroverai i tuoi amici; gli italiani sono abbastanza simpatici ma ti mancheranno i tuoi amici ucraini. Sappi che mancherai anche a loro, e un giorno vi ritroverete.

I missili non possono piovere per sempre, e presto gli adulti troveranno un accordo. Però non so dirti quando, non voglio illuderti e illudere me stesso. Le bugie non sono belle, questo lo sai anche tu e la situazione è difficile, troppe persone negli anni hanno speso soldi in armi, e ora non sanno cosa farsene e le sparano addosso alle persone come te, o come me.
La salvezza è soltanto una questione di fortuna, come nascere in un Paese o in un altro. Leggere la cartina geografica da una sponda oppure da un'altra.

Bambino, ti accogliamo perché è la cosa più giusta da fare, e sarebbe da fare sempre. Magari questa volta riusciremo a capirlo, e a praticarlo anche con chi scappa dal continente africano, e anche se sono poco fiducioso in fondo penso che mi sono sbagliato tante volte nella vita, e questa potrebbe essere soltanto una volta in più. Un paio d'anni fa pensavo che la Fiorentina avrebbe vinto il campionato, invece è un miracolo che non siamo retrocessi. A proposito: in Italia ci piace molto il calcio, ma non diventarmi juventino, ti prego.

Io abito a Firenze, è bellissima, ma ogni città del mondo tiene con sé meraviglie particolari che invece ogni guerra offusca.
L'Ucraina ad esempio è straordinaria, ho visto le spiagge di Odessa, magari un giorno ci torneremo insieme, se ti va, e mi ospiterai qualche giorno a casa tua, che nessuno avrà bombardato. Te l'ho detto che prima scherzavo.

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Sono giornalista e video reporter. Realizzo reportage e documentari in forma breve, in Italia e all'estero. Scrivo libri, quando capita. Il più recente è "Siate ribelli. Praticate gentilezza". Ho sposato Fanpage.it, ed è un matrimonio felice. Racconto storie di umanità varia, mi piace incrociare le fragilità umane, senza pietismo e ribaltando il tavolo degli stereotipi. Per farlo uso le parole e le immagini. Mi nutro di video e respiro. Tutti i miei video li trovate sul canale Youmedia personale.
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