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Letta: “Solo se il centrosinistra è unito possiamo competere con la destra”

Enrico Letta interviene alla direzione del Pd e spinge all’unità del centrosinistra, come unica condizione per competere con la destra alle elezioni del 2023.
A cura di Giacomo Andreoli
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"Penso che sia un illuso chi pensa che la destra non andrà unita alle elezioni. La destra andrà unita alle elezioni. E con questa legge elettorale una coalizione unita di centrosinistra è per noi l'unica condizione per competere". Il segretario del Pd, Enrico Letta, spiega così alla direzione del partito la linea da seguire in vista delle prossime elezioni politiche.

L'idea del numero uno dei dem continua ad essere il campo largo, come spiegato ai microfoni di Fanpage.it dal responsabile economico del partito Antonio Misiani. Quindi un'unione di forze che metta assieme Partito democratico, Movimento 5 stelle, Italia Viva, sinistra e Azione/+Europa.

Secondo Letta, quindi, il Pd deve aprirsi a una serie di alleanze che siano compatibili con il partito, con il suo programma e la sua idea di Paese. Quindi, specifica che l'alleanza di centrosinistra va costruita a prescindere dalla legge elettorale con cui si voterà nel 2023, anche se i dem sono d'accordo a cambiare l'attuale Rosatellum. "Le prossime elezioni amministrative – aggiunge il segretario del partito – sono il primo vero test e, in molti casi, nei comuni ci sono alleanze di campo largo" per il Pd.

Sulle questioni d'attualità, poi, Letta sottolinea che il Pd sostiene il governo nella spinta all'indipendenza energetica, sapendo che "questi interventi devono partire al livello europeo", a partire "dal tetto sul prezzo del gas". Se poi non arriveranno "scelte decisive e nette" dall'Unione Europea, il segretario dem è convinto che "l'Italia dovrebbe intervenire autonomamente, con un tetto autonomo nazionale, pena il collasso della nostra economia".

Quindi Letta chiede al governo un impegno forte per rompere il meccanismo del diritto di veto in Europa. "Quando si parla di allargamento – spiega- c'è il veto della Bulgaria alla Macedonia, quando si parla di Putin c'è quello di Orbàn, la quinta colonna del putinismo nell'Ue". Quindi la stoccata a Salvini e Meloni: "Chi oggi è alleato di Orbàn è automaticamente alleato di Putin".

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