Letta sbotta: “Serve una svolta, basta traccheggiare”
"Abbiamo capito quello che è successo tra febbraio e aprile o ancora siamo ciechi? Sono avvenuti due terremoti non paragonabili a nessuno dei terremoti della politica italiana: il risultato elettorale e l'implosione del Parlamento che non è riuscito a eleggere il presidente della Repubblica". È un Enrico Letta determinato e per nulla rassegnato quello che interviene al workshop Ambrosetti, nel corso del meeting di Cernobbio. Ma soprattutto è un Letta convinto di poter dare al Paese quella "svolta" di cui necessita, sia da un punto di vista economico che nel superamento di quello stallo politico – istituzionale in cui è precipitato dopo il voto delle politiche del 2013 e in cui è ripiombato dopo la decisione della Cassazione di confermare la condanna a 4 anni di carcere per frode fiscale per Silvio Berlusconi. In tal senso Letta ribadisce di essere "stradeterminato e concentrato: determinato a non farmi bloccare da veti e a non galleggiare". Cercando di mettere in atto passaggi concreti, come la riduzione delle tasse sul lavoro per i giovani. Sul punto, rivela l'impegno del Governo: "Dobbiamo ridurre le tasse sul lavoro in linea con quell'impegno che ci siamo presi e che era dentro il discorso con il quale abbiamo chiesto la fiducia alle Camere. Chi ha voglia di fare nel nostro paese deve essere aiutato dallo Stato e chi invece ha voglia di immobilizzare e di bloccare non può essere aiutato".
E, secondo il Presidente del Consiglio, primi passi decisi sono già stati compiuti: "Finora sono stati 130 giorni di lavoro non facili. Respingo il racconto macchiettistico che in non abbiamo fatto nulla, non è così". Certo è che "non siamo qui per traccheggiare e serve una svolta immediata. Bisogna rompere le catene che bloccano l'Italia. Il nostro paese può fare cose straordinarie". E così anche la Costituzione "può e deve essere cambiata", con lo "sforzo di tutti che non faccia prevalere uno spirito conservativo".