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Letta rilancia l’alleanza tra Pd e M5s: “Da soli si perde, dobbiamo unirci ma senza veti”

Il segretario del Pd, Enrico Letta, rilancia l’alleanza con il Movimento 5 Stelle: “Se si va da soli si perde. Vogliamo unire la sinistra e lavorare a un discorso comune con i Cinque Stelle. Ma senza veti. Battere le destre sarà difficilissimo, non possiamo dividerci”, afferma sostenendo che Renzi sbaglia a chiudere ai pentastellati.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il neo-segretario del Pd, Enrico Letta, ha ben chiara la linea da seguire: da soli si perde. Servono, quindi, alleanze. Anche e soprattutto con il Movimento 5 Stelle. In un’intervista a La Stampa Letta ribadisce il concetto: “Se si va da soli si perde. Vogliamo unire la sinistra e lavorare a un discorso comune con i Cinque Stelle. Ma senza veti. Battere le destre sarà difficilissimo, non possiamo dividerci”. L’ex presidente del Consiglio sostiene che Matteo Renzi e Italia Viva sbaglino ad avere preclusioni sui pentastellati: “Renzi dice no ai 5S? Atteggiamento sbagliato. Non è il nostro. Noi vogliamo aprire alleanze. Non mettiamo veti, non ne vogliamo”.

Letta parla anche del governo e della presenza in maggioranza della Lega di Matteo Salvini: “Draghi è stato bravissimo nel limitare al massimo le richieste della Lega in fatto di condoni. Draghi e il governo al completo hanno saputo rispondere bene a un segretario di partito che ha tentato di prendere in ostaggio un intero Consiglio dei ministri. Questo anche grazie a un Pd unito che è più forte di prima. Il Pd diviso e debole non ce l'avrebbe fatta, questo è il primo frutto del nostro cambiamento”. Il segretario dem si dice convinto che questo sia il governo del Pd e non del Carroccio: “Non siamo noi a dover spiegare il sostegno a Draghi, semmai è la Lega che deve spiegare il suo. La Lega ha cambiato posizione sull'Europa, con una riunione fra Salvini e Giorgetti in un bar davanti a un caffè. Il Pd discute, anche animatamente. La Lega oggi è una caricatura della politica. In un altro bar fra qualche mese, davanti a un altro caffè, potrebbe tornare anche il Salvini di prima”.

Un’altra partita è quella interna al Pd, con la richiesta avanzata ieri da Letta di sostituire i due attuali capigruppo in Parlamento – Andrea Marcucci al Senato e Graziano Delrio alla Camera – con due donne: “Questa settimana i gruppi discuteranno sui capigruppo. Quando sono arrivato ho detto che c'è un problema enorme di presenza femminile nel nostro partito: tre ministri sono uomini, io sono un uomo. Penso che per forza di cose due capogruppo debbano essere due donne. Non possiamo fare una foto di gruppo del vertice del partito e presentare volti di soli maschi. In Europa sono cose che può fare Viktor Orbán in Ungheria o Mateusz Morawiecki in Polonia”.

Letta ribadisce che non si tratta di un atto di sfiducia nei confronti di Marcucci e Delrio: “Non è una bocciatura. Sono fra le figure di maggiore rilievo che abbiamo, hanno lavorato benissimo e potranno tornare utilissimi in altri ruoli. Siamo intorno alla metà della legislatura ed è giusto lasciare spazio a due donne. Ai gruppi suggerisco che votino e scelgano senza drammi. Non le indico io le capogruppo, le scelgano. Tutti mi hanno votato, quindi non c'è maggioranza e minoranza. La mia esperienza lontano dal partito per sette anni mi suggerisce che oggi esiste una sensibilità per la quale non è immaginabile il maschilismo”.

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