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Letta andrà a Sochi nonostante le polemiche: “Difenderò i diritti gay”

Il presidente del Consiglio Enrico Letta parteciperà all’inaugurazione dei giochi olimpici invernali. Una decisione, quella del premier, che ha scatenato diverse critiche anche all’interno del suo partito. Ma lui difende la sua scelta.
A cura di S. P.
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Il presidente del Consiglio Enrico Letta andrà a Sochi per l’inaugurazione delle Olimpiadi invernali. L’ha confermato lui stesso e, nel farlo, ha risposto alle critiche mosse nei suoi confronti per questa decisione. Le associazioni gay, alcuni colleghi del Pd e altri parlamentari di Sinistra ecologia e libertà, hanno  infatti polemizzato sulla scelta di partecipare all’inaugurazione dei giochi da tempo nella bufera per le discriminazioni degli omosessuali in Russia. In molti hanno chiesto a Letta di ripensarci e di non partecipare, come tra l’altro faranno Obama, Merkel, Cameron e Hollande. Ma Letta, convinto a partecipare, ha spiegato di farlo anche per difendere, appunto, i diritti gay. “A Sochi ribadirò la contrarietà dell’Italia a qualunque norma o iniziativa discriminatoria nei confronti dei gay, nello sport così come fuori dallo sport”, così il premier ha annunciato da Doha. Insomma, Letta andrà da Putin ma lo farà ribadendo la netta posizione dell’Italia sulla discriminazione verso i gay.

Arcigay contro Letta: “Italia ha già perso le sue Olimpiadi” – Letta ha inoltre spiegato di aver preso la decisione di andare a Sochi insieme al Capo dello Stato, al presidente del Coni e al ministro per lo sport. Ha chiarito che a Sochi porterà anche la candidatura del nostro Paese alle Olimpiadi 2024: è un dovere essere a Sochi – ha spiegato il premier – “bisogna esserci per cominciare a far marciare questa candidatura”. Parole simili sono arrivate da parte del ministro Delrio: Letta sosterrà la candidatura di Roma per le Olimpiadi 2024 “e la sua presenza a Sochi sarà utile anche per il raggiungimento di questo obiettivo”, ha dichiarato. Ma intanto la polemica non si arresta: “L’Italia grazie a Letta ha già perso le sue Olimpiadi. Le sue sono parole sconfortanti che offendono la nostra intelligenza”, così Flavio Romani, presidente nazionale di Arcigay, che ha aggiunto: “Quando sui diritti hanno la meglio le forniture di gas o un’operazione di marketing, abbiamo svenduto l’onore di un Paese”.

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