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Letta: “In gioco il futuro del Paese, non falliremo”

Torna a parlare il Presidente del Consiglio, in una intervista che uscirà nel nuovo numero della rivista dell’Arel: “Credo fermamente che non possiamo più permetterci di fallire. C’è in gioco il futuro del paese”.
A cura di Redazione
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Una intervista rilasciata alla rivista dell'Arel (e anticipata dal quotidiano Europa) è l'occasione per Enrico Letta per fare un primissimo bilancio dei mesi trascorsi a Palazzo Chigi, alla guida del governo delle larghe intese che pure attraversa uno dei suoi periodi più complessi. A partire dalla rivendicazione del percorso che lo ha portato alla guida del Governo: "Ho creduto e mi sono impegnato fino in fondo per un governo diverso. Un esecutivo di centrosinistra guidato da Pier Luigi Bersani […] È la nomina del capo dello Stato che mi ha portato qui, che mi ha portato a proporgli una squadra di governo alla quale il parlamento, condividendone il programma, ha accordato la fiducia Pur di fronte a un risultato elettorale complesso l’impianto costituzionale ha tenuto".

Una situazione determinata in primo luogo dalla legge elettorale, con il Porcellum che è un "monstrum che non garantisce né rappresentanza né governabilità; una vergogna, peraltro a rischio di incostituzionalità", ma anche da una certa inadeguatezza e pesantezza della politica italiana, tanto più "dopo vent’anni di bipolarismo muscolare e inconcludente che ha inibito ogni serio tentativo di riforma".

Eppure, la possibilità di un "mescolamento dei partiti che ora governano assieme" è esclusa nettamente da Letta: "Ciò che auspico – conclusa l’esperienza di questo governo – è che la democrazia italiana possa ritornare a un sistema dell’alternanza normale, di stampo europeo, lasciandosi però alle spalle le incrostazioni di una conflittualità permanente che ha bloccato il paese e nei fatti condizionato la qualità del confronto, la capacità amministrativa, il raccordo tra politica e pubblica opinione".

Ma il passaggio centrale del colloquio di Letta è quello sul Governo e sul primo "campo di intervento": la lotta alla disoccupazione giovanile, "cui stiamo dedicando ogni sforzo, ogni colloquio, ogni incontro con i leader europei". E proprio da questo versante l'esecutivo non deve fallire: "Non dare risposte concrete, tangibili, alla vergogna della disoccupazione dei giovani in Italia. Milioni di aspettative infrante: una generazione intera lasciata sulla graticola di un cambiamento perennemente annunciato, mai arrivato. Mi sono scusato, a nome della politica, per questa dissipazione di energie, competenze, speranze. Credo fermamente che non possiamo più permetterci di fallire. C’è in gioco il futuro del paese".

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