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Elezioni politiche 2022

Letta dice che chi vince governa, anche se sarà Meloni: “È la democrazia dell’alternanza”

Il segretario del Pd Enrico Letta assicura che dopo il voto non ci sarà un governo di larghe intese con Draghi: “La parola definitiva l’ha detta Mario Draghi: no. Chi continua ad evocarlo ha una rimozione della realtà”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Chi vince governa, è la democrazia dell'alternanza" anche se a essere premiata dagli elettori fosse Giorgia Meloni. Lo afferma il segretario del Pd Enrico Letta, in un'intervista al Giornale. Alla domanda diretta sul dopo voto, il segretario dem ha respinto qualsiasi possibilità di non riconoscere la vittoria dell'avversario, sfruttando un'eventuale processo di delegittimazione dell'avversario, con lo scopo di far saltare l'equilibrio uscito dalle urne: "Una delle pochissime cose che ci uniscono, con Giorgia Meloni, al di là del rispetto e della cortesia che ci si riserva tra avversari, è una visione bipolare della contesa politica. Destra e sinistra. Conservatori e progressisti. Chi vince governa. E io non ho alcuna intenzione di mettere in discussione la democrazia dell'alternanza".

Letta respinge anche l'opzione governo di larghe intese con Draghi, nel caso in cui il centrodestra non dovesse avere i numeri sufficienti per governare: "La parola definitiva l'ha detta Mario Draghi: no. Chi continua ad evocarlo ha una rimozione della realtà. E non gli fa un buon servigio".

Il leader dem ha commentato anche le contestazioni in piazza denunciate dalla leader di Fratelli d'Italia a Palermo: "Ogni episodio di violenza e ogni minaccia vanno condannati con forza. È stato fatto. Mi sembra pleonastico doverlo rimarcare – ha detto -. Rilevo che il vittimismo della destra si conferma un leit motiv delle campagne elettorali. In questa ha assunto tinte un po' più esasperate del solito, ma ci abbiamo fatto l'abitudine. Alle letture false invece no, non ci abituiamo. Nessuno nel Pd ha speculato sul fascismo. E se i casi di esponenti Fdi nostalgici o apertamente inneggianti al fascismo si moltiplicano sulla stampa, certo non è responsabilità nostra. Con Meloni abbiamo un rapporto civile da avversari politici. E i toni sono reciprocamente ruvidi. Ci sta quando si è espressione di due visioni del Paese e del mondo radicalmente opposte. La polarizzazione è nei fatti e nelle sensibilità, nelle storie personali".

"Se vince il centrosinistra Meloni può continuare a gestire la sua vita di madre, donna, cattolica, italiana come meglio crede. Se vince la destra e chi dice "Dio, patria e famiglia", il rischio è veder contratti i diritti individuali, a partire da quelli delle donne. Basta guardare cosa accade nelle Marche sulla 194. Il suo – osserva Letta – è un modello intrinsecamente patriarcale. Il discrimine tra noi e loro sui diritti della persona è nella parola "libertà".

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